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Nel paese delle donne, Gioconda Belli, Feltrinelli
Torna in grande stile, tre anni dopo la pubblicazione di L’infinito nel palmo della mano, la scrittrice nicaraguense Gioconda Belli. Questa volta siamo a Faguas, immaginario paese del Centro America in cui le esalazioni del vulcano Mitre hanno causato agli uomini un calo del testosterone; subentrano quindi le donne nella gestione politica ed amministrativa del paese, al potere sale il Partito della Sinistra Erotica, capitanato da Viviana Sanson avvenente ex giornalista che da anni denuncia corruzione ed abusi di politici e magistrati locali. Con lei un quartetto di donne diversissime tra di loro ma unite nell’impegno di ridisegnare un paese ma anche un mondo piu’ pulito. Dopo un primo periodo di incredulita’ anche gli uomini finiscono con l’apprezzare il lavoro del Partito al femminile, fino a quando un attentato non manda in coma la presidentessa: a questo punto, mentre Vivian ripercorre dalla stanza d’ospedale il suo percorso politico, le sue colleghe portano avanti la sua battaglia.
C’e’ molto dell’opera e anche dell’autobiografia della Belli in questo romanzo, dalla solidarieta’ al femminile non priva comunque di benevolenza verso gli uomini, all’impegno politico (e’ stata militante sandinista negli anni 70), alla ricerca di un mondo migliore: propone forse un’utopia ma senza farsi troppe illusioni e senza mai rinunciare all’ironia, forse per dirci che volendo, sarebbe possibile. Una menzione particolare meritano anche i ringraziamenti finali, da brivido.