chiudete le porte
alzate i pontisbarrate loro la stradaal fossato accorran ratti, coccodrillinon i ratti-coccodrilliratti accorran al fossato, i coccodrillied in quell'istante di nulla, labile come il fumo, pensai questo: mi foss'accaduta simil cosa intent'io alla guida, nienteniente mi sarei potuto ritrovare in un canalone a zero coccodrilli, ma con la testa fracassata, forse abbondanti i ratti, contro al parabrezza mezzo sfondato, oppure direttamente aldilà dei lamierotti catapultato, nei campi di brina et rugiada del mattino presto quand'io per solito mio starei pure a casa; ed in quell'ultimo secondo di vita pensar questo: bello il cielo il prato all'alba Ma come mai di passar di qua mai ci passai? in codeste contrade perché non ci sono mai venuto a commetter un excursus approfittando dell'oramai decaduta mia ai tempi sufficiente aspettativa di vita, quante cose belle mi sono perso, ma un dì -per darmi forza,credo,dissi- ci tornerò, gridato questo avrei, morendo, il sole tiepido fresca l'erba che stupido sono stato avrei pensato Ma per fortuna non guido non ho una macchina per questo mi tengo la sigaretta fra i denti con incosciente leggerezza e fu così che finita l'operazione che mi teneva occupate le mani ripresi fra le dita la paglia e mi stropicciai l'occhio dopodichè mi tastai le tasche e mi accorsi che avevo perso la chiave e pensai maledizione e tornata la mia mente a quegl'attimi, il mio corpo si distese rimembrando come stavan le sue membra benadagiate su quel prato a panciaperta all'insù inondate di cielo nel luogo della mortenello spazio sacro di blu trafittomentre alle spallebianco bianco bianco e acuminato e tagliente un mietitore stavaun uomo sta, qui a me di fronte che punta il dito e dice che. Oh. I punti dalla patente andrebbero, dice, andrebbero a richiuder la pancia, Ma io non voglio, signore, io dico, non voglio, che amo che il sole e nembi mi penetrino con cielo e tutto ed espirar nuvolette dal naso che poi l'occhio non feriranno – tu sei pazzo/Deh, dunque, ordunque Tu ora lascia che c'entri il cielo nella mia panza.Punti di vista)oh tutto si smuove al vento ed io lo scorgo e lo sentoe pure qualcosa che di me non so scorgeresi diparte vola via velocee con me in macchina c'erano Imix ed Akbar ed Amaagut che non se la passarono meglio per quanto protestassero e cercassero una ragazza in reception e rabbiose sfuggiron loro bestemmie vacue e sanpietrini Ma nelle loro tasche e neppure nella saccoccia benedetta di Sanpietro la chiave stava oppure slanciata era stata lontana negli abissi della linea dell'orizzonte curvato o seppellita nella terra ammollata dal nostro impavido colar fluidi fino a poco prima vitali sparpagliati stavamo panciaperta sommersi di cielo nel luogo della mortenello spazio sacro di blu trafittimentre alle spallebianca bianca bianca e acuminata e tagliente una falce stava ed Akbar ne tastò il filo prima di decideredecidere di fuggireQuesta è una soluzione nell'acqua ad ingannarci d'esser coccodrilliuna soluzionefuggire, soprattutto decidere, facoltà ammirevoli ed umane e piene d'indizi vitaliE di corsa si fece il tratto che ci separava – di corsa – per mano tenendoci arrivammo appena in tempo “Non potete entrare” “Che vuol dire? Siete voi che dovrete uscire!” ma la chiave!l'acqua lontanail fumo dimenticatoperdonato l'assassinonon avemmo pauravicino alla porta del bagno sanguinammo