Nel vivo della Birmania salendo sul Circular Train di Yangon

Creato il 12 marzo 2015 da Mamma In Oriente

Dopo avervi mostrato gli scatti più belli del nostro viaggio in Myanmar, oggi inizio a raccontarvi più nel dettaglio i luoghi che abbiamo visitato di questo paese che ci è entrato subito nel cuore. E’ difficile dire quale è stata la parte più bella del viaggio perché tanti sono i posti che ci hanno emozionato, colpito e fatto vivere un Oriente ancora così autentico.

Il nostro viaggio è iniziato nella capitale Yangon e, per entrare nel vivo della speciale atmosfera birmana, mi piace iniziare il mio racconto da un’esperienza poco turistica: un viaggio su un “Circular train”.

A Yangon c’è infatti una ferrovia circolare che gira attorno alla città toccando tanti piccoli villaggi di periferia ed il treno circolare è appunto un treno che compie l’intero giro. Esistono due tipi di convogli, quelli con aria condizionata e quelli senza con i finestrini privi di vetri per far circolare l’aria. Per entrare nel pieno dell’atmosfera di altri tempi, occorre scegliere proprio uno dei treni non climatizzati. Si tratta di treni coloratissimi con all’interno due semplici panche lungo le pareti per sedersi ed in mezzo tanto spazio per appoggiare la mercanzia.

Sì perché i passeggeri sono costituiti per la maggior parte da persone che raggiungono i vari mercati per vendere la loro merce, per lo più frutta e verdura. Le auto sono ancora cosa da ricchi in Myanmar e, a Yangon, sono proibiti i mezzi a due ruote, per cui treni ed autobus sono i soli mezzi di trasporto che si possono permettere la maggior parte delle persone. Sui treni si divide quindi lo spazio con sacchi di verdure e frutta. E’ un luogo senza intimità. Si sta appoggiati gli uni agli altri e ci si prende cura del vicino all’occorrenza. Uno sconosciuto si occuperà di tenere Diego quando il treno sta frenando, altri ci intratteneranno chiedendoci da dove veniamo e fornendoci ogni tipo di informazione. I birmani adorano parlare con gli stranieri dopo il lungo isolamento in cui il paese è stato fino a pochi anni fa. Inoltre conoscono abbastanza bene l’inglese, probabilmente in conseguenza al periodo coloniale.

Le stazioni sono quindi tutto un via vai di donne con il loro carico in equilibrio sulla testa, in grandi sacchi o ceste. Appena il treno arriva, tutti si accalcano per riuscire a caricare tutto ciò che portano con sé.

In molti infatti trasportano più di quanto possono portare in una volta sola e fanno avanti e indietro per spostare tutto, spesso con uno o due bimbi al seguito. Vige però chiaramente la regola dell’aiuto reciproco ed ognuno trova sempre qualcuno che lo aiuti.

Indietro con il tempo si va già arrivando in stazione perché la Yangon Central è uno dei principali edifici risalenti al periodo coloniale inglese.

Per essere la stazione della capitale è tutt’altro che grande. Un’unica grande tettoia, pochi binari ed una biglietteria costituita da una piccola casupola.

Ci presentiamo allo sportello per acquistare il biglietto e l’addetto esce subito fuori e ci invita ad entrare dentro al mini ufficio forse di due metri quadrati. Ci libera due sedie e ci fa accomodare credo in segno di rispetto in quanto stranieri ed occidentali. Si siede dentro ad una vecchia scrivania e ci mostra la mappa della ferrovia ed i prezzi e poi ci compila i biglietti a mano! Gli chiediamo dove dobbiamo aspettare il treno e lui ci invita a rimanere seduti dentro che poi quando arriverà il treno ci accompagnerà lui. Una gentilezza innata e naturale di cui non finiremo mai di stupirci durante tutto il viaggio. Il costo dei biglietti per tutti e quattro è di un paio di dollari per 3 ore di viaggio per ritornare al punto di partenza.

I bimbi, soprattutto Diego, sono eccitati per questo lungo viaggio in treno e le tre ore non peseranno a nessuno. Fuori dai finestrini scorre un mondo particolare anche per noi abituati a vivere in Oriente.

Case in legno, ma dignitose. Con bambini che ci giocano davanti e donne affaccendate a cucinare o a stendere i panni all’esterno.

Tante anche le baracche circondate da discariche che ci mostrano il Myanmar più squallido.
Piccoli appezzamenti di terra curati da uomini in pareo e cappelli di paglia. Alcuni immersi in acqua fino alla vita per le coltivazioni acquatiche.
Lungo tutti i binari tanti venditori che cercano clienti per la loro merce.

Ogni tanto salgono sia per vendere sul treno, sia per raggiungere un mercato. Ce ne sono tanti di mercati lungo la Ferrovia Circolare di Yangon ed anche noi siamo diretti in quello che sul treno ci hanno consigliato di visitare perché è il più bello: Danyingon.

Appena ci avviciniamo alla piccola stazione, capisco che è un mercato davvero particolare: colorato grazie ai tanti ombrelloni, alla frutta ed ai parei di uomini e donne. I venditori sono ovunque, anche sulle rotaie! Immagino per mettere più in mostra la propria mercanzia dato che i venditori sono veramente tanti.

In pochi minuti diventiamo l’attrazione del mercato. Sono infatti in pochi i turisti ad arrivare fin qui, per di più noi siamo con due bambini piccoli. Veniamo subito avvolti dal calore di tanti sorrisi.

Impossibile non scattare continuamente fotografie, ma proprio perché ne ho fatte tante, del mercato vi racconterò la prossima volta. Difficile, anche dopo una notevole cernita, inserire tutte le foto in questo post…


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