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Nell'aria c'e' profumo di... sylvia ...

Creato il 07 luglio 2010 da Isn't It Romantic?

NELL'ARIA C'E' PROFUMO DI... SYLVIA Z. SUMMERS

NELL'ARIA C'E' PROFUMO DI... SYLVIA ...
Inghilterra, 1851
Il profumo dell'anima è un'essenza capace di sintetizzare nelle sue note vita ed emozioni di chi lo commissiona, e le dame dell'alta società fanno a gara per convincere Dora Garret a creare quello che meglio le rappresenta. Ma Dora non è soltanto una profumiera, è anche una donna che la vita ha messo alla prova più volte e che ha lavorato sodo per realizzare le proprie aspirazioni. Poi nella sua vita irrompe Frederick Grenville, un giovane avvocato fresco di laurea cresciuto in una famiglia dell'alta borghesia. Frederick ha sempre agito secondo i rigidi schemi della società per bene, e l'incontro con Dora fa sorgere in lui il desiderio di uscire dalla gabbia dorata in cui è sempre stato rinchiuso. Ma nonostante la passione bruciante e la forza del sentimento che li unisce, dare battaglia alle rigide convenzioni della società vittoriana non è mai una scelta facile, e lo scotto da pagare è sempre alto. Forse troppo. Un romanzo audace, avventuroso e pieno di passione, sullo sfondo della Grande Esposizione Universale del 1851.


Avrei voluto parlarvi personalmente del nuovo romanzo di Sylvia Z. Summers ma credo che nessuno meglio di lei stessa possa farlo. Perciò lasciatevi guidare da Sylvia nell'affascinante mondo dei profumi...
 

NELL'ARIA C'E' PROFUMO DI... SYLVIA ...
Scriveva Anais Nin, “l’unico alchimista che trasforma tutto in oro è l’amore”.

Questa frase mi ha subito colpita e, anche se non contiene la parola “profumo”, la mia mente l’ha associata a esso. Forse perché la creazione di un profumo è spesso paragonata ai processi alchemici, e i grandi “nasi” (i profumieri) sono venerati quasi come stregoni. Ma la frase della grande Anais Nin contiene anche un’altra parola molto importante: amore. L’amore, che è in grado di trasformare qualsiasi cosa agli occhi di un innamorato.

E un profumo spesso fa innamorare, o rievoca le sensazioni e le emozioni dell’amore.

Profumo, dunque, e amore. I due punti di partenza de Il profumo dell’anima.

“Nell’aria si sprigionò subito un frizzante aroma che ricordava l'estate, il calore rassicurante del sole, il vigore di una stretta di mano decisa, la forza del sorriso di una persona amata.”

Per trattare di una materia come quella del profumo, la preparazione è stata duplice. Da una parte ho sentito la necessità di fare esperienza in prima persona (nelle fabbriche di profumi di Grasse, per esempio), poi ho cercato di lavorare sul linguaggio perché ovviamente un libro non trasmette odori di per sé, ma una parola è forse in grado di evocare una sensazione.

Dunque cosa ho imparato? Innanzitutto che il profumo è un’armonia equiparabile a una bella musica,

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composto anche da ingredienti che rimangono nascosti ma sottolineano e sostengono altri.

Come cercare di comprendere l’alchimia che ci scorre sotto il naso? Innanzitutto è bene sapere che ogni profumo si compone di tre bouquet chiamati testa, cuore e fondo.

“Osservò le gocce di differenti colori mescolarsi le une alle altre in una sorta di abbraccio che le esaltava una per una pur rendendole diverse dal loro stato iniziale. Era come l’incontro tra persone diverse, pensò.”

Le note di testa sono le prime che sentiamo, rappresentano il biglietto da visita del profumo, creano l’impressione iniziale della fragranza. Sono anche quelle meno longeve, le prime a svenire lasciando il campo alle più durevoli note di cuore e di base. E’ facile innamorarsi delle note di testa perché sono forti ma non pesanti, sono acute, estreme, calde o fredde, mai tiepide, insomma, decise. Donano definizione al profumoe forniscono a chi lo annusa un punto di partenza per l’immaginazione. Dal punto di vista del profumiere, servono a rifinire l’intera creazione. Una particolarità? Confezionando un profumo, le note di testa, che pure saranno le prime a sentirsi, saranno le ultime a essere addizionate.

“(...) dopo qualche minuto (...) la cortina di odori si apriva sprigionando un corpo affascinante, sensuale e sofisticato. La crisalide si trasformava in un'elegante farfalla.”

Quando la prima impressione delle note di testa scompare, il profumo sulla nostra pelle rivela le

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cosiddette note di cuore (o medie), che danno corpo, calore e pienezza alle miscele. Le note di cuore sono quelle che legano tutti gli ingredienti del profumo, colmano la distanza tra le intense, pesanti note di base e quelle leggere e acute di testa, smussando gli spigoli. Qualche esempio? Sono note di cuore il neroli, ottenuto distillando i fiori dell’albero dei arancio amaro, il tiglio e la magnolia; oppure essenze speziate come il pepe e la tuberosa; “verdi” come l’assoluta di lavanda; floreali come la rosa.

Finché, svanite anche le note di cuore, del nostro profumo non rimane che il ricordo, la base. Queste note sono quelle più intense, misteriose e antiche. Il sandalo, per esempio, il benzoino, il balsamo del Perù, la vaniglia. Spesso sono odori “difficili” da capire allo stato puro, prima di essere mescolati all’alcol e incorporati al resto del profumo e occorre esperienza per capirle e “immaginarle” all’interno del bouquet completo. Il profumiere inizia proprio da loro e deve saperle scegliere e dosare, trasformandole in qualcosa che circondi le altre note a venire senza soffocarle.

“Col contagocce aggiunse il benzoino liquido nella fiala e lo legò con un’altra nota di fondo, il legno di sandalo, che suggeriva la meditazione e dava forza di volontà.”

Le note di base non solo durano più delle altre ma hanno la capacità di far durare di più anche le altre rallentandone l’evaporazione. E qualcuno forse resterà sorpreso nello scoprire che alcuni di questi profumi invece di provenire dal regno vegetale si ricavano dagli animali. Il muschio, che è racchiuso in grani in una sacca sull’addome del cervo muschiato per esempio, ma anche lo zibetto, ricavato da alcune ghiandole perineali della Viverra (una specie di gatto selvatico), il castoreo, o l’ambra grigia, che è forse la profumazione la cui origine desterà il maggior stupore: si tratta infatti di una sostanza morbida che viene rigurgitata dal capodoglio maschio (pare sia prodotta da pezzi di seppia mal digeriti…).

“(...)Certo, qualcuna delle sue clienti sarebbe addirittura svenuta semmai avesse saputo cos'era quello con cui si bagnava polsi e orecchie, ma poche gocce di ambra grigia davano ai profumi una qualità vellutata e dolce, oltre a una forte permanenza e stabilità.”

Essendo un senso così intimo e misterioso, l’olfatto è di per sé anche molto sensuale. Scriveva Casanova: “C’è qualcosa nell’aria della camera da letto della donna amata, qualcosa di così intimo, così balsamico, emanazioni così voluttuose che se un amante dovesse scegliere tra il paradiso e questo luogo di delizie la sua esitazione non durerebbe nemmeno un istante”.

Quali sono allora le essenze considerate più erotiche, più legate alla seduzione? L’ambretta, lo zibetto e il castoreo, probabilmente per la loro origine animale sono tra quelle più “erogene”. Poi ci sono essenze “voluttuose” come la tuberosa, il gelsomino, il balsamo di tolù, il ladano, il fiore d’arancio. O quelle più “narcotiche” come il benzoino, il ylangylang, il neroli, la magnolia. Ovviamente poi si va nel campo dell’esperienza personale, del gusto e della soggettività.

“Si era spogliato e aveva disposto gli abiti sul letto. Poi ci si era sdraiato accanto premendovi il contro naso, sentendo l'odore della sua Dora, dei suoi abbracci, dei suoi baci. Era un profumo magico, inebriante come lo champagne, vivo e caldo come una pioggia di luce.”

Per salutarvi, per chi volesse cimentarsi nella produzione artigianale di un profumo di seduzione, vi lascio due formule con cui fare pratica.

MISCELA “GOLOSA”

15ml di alcol da profumo o olio di jojoba

15 gocce di tè nero

10 gocce di vaniglia

8 gocce di cognac

12 gocce di assoluta di rosa

2 gocce di champa

2 gocce di zenzero

8 gocce di sanguinello

3 gocce di pompelmo rosa

MISCELA “EROGENA”

15ml di alcol da profumo o olio di jojoba

2 gocce di ambretta

2 gocce di zibetto

2 gocce di costus

8 gocce di assoluta di gelsomino

6 gocce di assoluta di fiori d’arancio

10 gocce di tuberosa

2 gocce di pepe nero

4 gocce di noce moscata

La prima si basa su essenze che evocano un aroma deliziosamente commestibile, la seconda è più sfacciata, ma forse più suggestiva (ovviamente non le ho inventate io ma le ho tratte da uno dei libri su cui ho studiato per la mia Dora).

Dove applicare il profumo? In questo caso è bene tener presente il consiglio di una grande esperta come Coco Chanel, che a una giovane che le aveva rivolto questa domanda rispose: “Ovunque si voglia essere baciate!”


Sono letteralmente rapita dalle parole di Sylvia. E' tutto così coinvolgente così come lo è il suo nuovo romanzo. So che dovrei essere imparziale ma questa volta mi vedo costretta a mettere da parte, per un momento, la mia professionalità perchè "Il profumo dell'anima" è un romanzo che mi è rimasto nel cuore. Tuttavia non ho intenzione di recensire il libro perchè penso che il miglior commento sarà il vostro... 

Vi ricordo che sul sito di "Il profumo dell'anima" potete giocare testando la vostra abilità di detective nonché la vostra attenzione durante la lettura. Per partecipare al gioco seguite le indicazioni qui: : http://www.profumodellanima.altervista.org/ 

Buona fortuna

NELL'ARIA C'E' PROFUMO DI... SYLVIA ...
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Sylvia Z. Summers  risponderà alle vostre domande e darà in regalo una copia autografata di Il profumo dell'anima ad una fortunata lettrice sorteggiata tra tutte coloro che interverranno. Quindi non dimenticate di firmarvi, con un nome o uno pseudonimo, per farvi riconoscere!
 


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