di Lorenzo Antico - Lifefunctionsterminated
Se a tempo debito avevate apprezzato e amato quel piccolo gioiellino di Ruby Sparks, preparatevi a cancellarlo dalla mente e sostituirlo con questa ultima bomba francese sganciata da François Ozon: Nella Casa-Dans La Maison.
La locandina di “Nella Casa” . odeonfirenze.com
Richiamando alla mente i tentativi anticipatori di metacinema studiati a puntino e messi in scena da Woody Allen, Dans la Maison è una letterale trasposizione teatrale che senza nessun tipo di mordente tecnico, si affida totalmente al potere sconfinato delle parole per catturare e rapire lo spettatore, e farlo suo per tutta la durata del film.
I dialoghi interminabili fungono da fondamenta su cui creare un gioiello che attraverso due figure, una stanca e senza aspettative che vive ormai alla giornata, l’altra segregata costantemente in un angolo senza che nessuno si accorga della sua esistenza, manipoleranno a loro rischio e pericolo la vita familiare di Rapha, un ragazzo normale, troppo normale per essere considerato cool. La forza di Nella Casa sta nel semplice compromesso di voler raccontare senza tecnicismi baroccheggianti il sogno di un ragazzo di voler far parte della cosiddetta “famiglia perfetta” e, non possedendola, si sofferma con particolare attenzione su quella del suo migliore amico, descrivendola in maniera ineccepibile nei temi che il prof di francese assegna settimanalmente e dimostrando di avere un grande talento da scrittore.
Molte volte ci si dimentica di come si possa creare un film superbo con tanta semplicità, rendendo persino affascinante la normalità quotidiana di una famiglia qualunque, equiparata da una regia delicatissima, con pochi spunti, che preferisce dare ampio spazio alle parole e alla loro capacità di far sognare più di ogni altra cosa.
Viva gli scrittori, e pure gli sceneggiatori!
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