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Nella fucina del coltellinaio

Creato il 13 ottobre 2015 da Viaggimarilore
Il Palazzo dei Vicari di Scarperia

Il Palazzo dei Vicari di Scarperia

Si narra di un tempo, neanche troppo lontano, in cui quella dei coltellinai era un’arte: non erano solo artigiani, non erano semplicemente fabbri, non erano dei meri intagliatori. Erano tutte e tre queste cose insieme, sapevano piegare l’acciaio alle loro esigenze, sapevano fonderlo e moellarlo, sapevano batterlo in modo da ottenere una lama tanto sottile quanto micidiale, e infine sapevano applicargli un’impugnatura che fosse degna di un oggetto tanto utile quanto prezioso: il coltello. Non ci si poteva improvvisare coltellinai, fior di statuti comunali stabilivano i vari aspetti del lavoro, dai materiali da utilizzare alla gestione dell’insegnamento del mestiere. Sto parlando di Scarperia, il borgo del Mugello che fin dalla sua fondazione, nel 1306, ha avuto la vocazione alla coltellineria. Un tempo erano tante le botteghe artigiane dedite alla produzione di coltelli, così come vi erano botteghe in cui si producevano forbici: di queste ormai non v’è più traccia a Scarperia, troppa fatica per un oggetto che ormai non vale più il lavoro che ci vuole per realizzarlo. Botteghe di coltellinai invece ne esistono ancora, anche se, certo, sono molto diminuite nell’ultimo mezzo secolo e oggi si dedicano anche alla produzione per i turisti.

L’attività secolare dei coltellinai è la vera anima di Scarperia: piccolo borgo medievale il cui centro nevralgico si trova su una piazza sulla quale affaccia su un lato la chiesa e sul lato opposto il Palazzo dei Vicari: autorità religiosa e politica che si guardano l’una di fronte all’altra, mentre nel mezzo scorre la vita, scandita dall’orologio della torre del Palazzo dei Vicari, realizzato da Filippo Brunelleschi. Botteghe, oggi negozi che vendono coltelli, si incontrano per le vie del borgo; ma se si vuole davvero conoscere l’attività dei coltellinai nel corso dei secoli occorre visitare il Museo dei Ferri Taglienti, ospitato nel Palazzo dei Vicari, e soprattutto vedere con i propri occhi la bottega del coltellinaio, con tutti gli strumenti del mestiere ancora al loro posto dagli anni ’70, quando l’artigiano che vi lavorava andò in pensione.

Il Museo dei Ferri Taglienti è il luogo ideale per apprendere qualcosa sull’antica arte dei coltelli. Un’arte che non è prerogativa assoluta di Scarperia, perché un po’ ovunque in Italia esistono tradizioni anche piuttosto antiche di coltellinai; fuori d’Italia la Francia vanta una lunga tradizione in questa produzione artigianale. Si incontrano oggetti di pregevole fattura e non solo per la lucentezza della lama affilata, ma anche per gli intagli su di essa o sui manici, e oggetti curiosi, come i cosiddetti “coltelli d’amore” sui quali davvero vorrei saperne di più. Il museo ripercorre la storia dei coltellinai di Scarperia dal medioevo in avanti fino alla fine dell’Ottocento, quando si costituisce la Società Cooperativa per la fabbricazione dei Ferri Taglienti di Scarperia”, fino al secondo dopoguerra, quando la produzione entra definitivamente in crisi. La memoria di quest’antica arte è però forte e viva nella popolazione di Scarperia ed è per questo che nel 1999 viene aperto il Museo, ospitato nel luogo più rappresentativo della città, il Palazzo dei Vicari, appunto.

Il Palazzo è un superbo esempio di architettura civile medievale: una facciata importante, densa di stemmi dei Vicari della Repubblica di Firenze che si succedettero al governo della città. Superata la porta di accesso se a sinistra si trova lo scalone per salire al piano nobile del palazzo, davanti a noi si apre un’ampia corte. Anche qui le pareti sono disseminate di stemmi, e sono affrescate a colori vividi  con emblemi e scene a carattere religioso. Le sale interne, come la Cappella e la Sala del Consiglio, mostrano ancora gli affreschi rinascimentali con i quali erano abbellite le pareti. Un bel lampadario, moderno ma con gli stemmi dei principali centri della Repubblica Fiorentina contribuisce all’atmosfera generale che si respira nelle sale del Palazzo.

Ma torniamo ai coltelli e ai coltellinai. Poco fuori dal Palazzo dei Vicari, collegata al percorso di visita del Museo dei Ferri Taglienti, si trova la Bottega del Coltellinaio. Questa è una vera bottega, rimasta intatta, con tutti gli arnesi e il cappello dell’artigiano appeso al chiodo, dall’ultimo giorno di lavoro del suo proprietario. Entrarvi, vedere il camino da un lato, il mantice, l’incudine nel centro della stanza, ferri di ogni sorta appesi alle pareti, tutti gli strumenti del mestiere, fa vedere quanto dovesse essere un lavoro complesso, e quanto la competenza e l’abilità dell’artigiano giocassero un ruolo fondamentale nella realizzazione di ogni singola lama. Non era cosa veloce realizzare un coltello, no certo. Ed è bello che, anche se questo mestiere sta lentamente scomparendo, sopravvivendo forse grazie al turismo, vi sia ancora il modo di apprezzarlo e di riflettere su quanti antichi mestieri si sono estinti o si stanno estinguendo, perché non vi è più un mercato in grado di accoglierne i prodotti. E’ un peccato, certo, ma è anche inevitabile. Non si può far altro, allora, che cercare di conservarne la memoria. Come a Scarperia.


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