21 12 2012
Un uomo vestito di toppe e disperaro, trovò un’ancora di salvezza in una casa dove regnava l’armonia, la parsimonia ed una solida economia pur non essendoci ricchezza.
Per qualche tempo l’uomo trovò conforto, rispetto e sostentamento impegnandosi e sua volta nel lavoro di cui era capace mettendoci buona volontà.
L’ambizione malsana ereditata, lo portò di nuovo a mostrare le sue toppe che, col tempo vivendo in quella casa, aveva ricoperto di un abito nuovo.
Gli fu data ancora fiducia e ricominciò da capo a lavorare al passo con la filosofia di vita della casa che lo aveva accolto.
Dopo anni di lavoro sfrenato, per dimostrare che la sua era un’ambizione sana suffragata dal fatto che era dotato di grandi capacità tecnologiche, decise un giorno, di fare tutto (apparentmente) da solo. Con menzogna e con destrezza rubò ciò che aveva dato.
Entrato vittima, ne uscì carnefice da quella casa.
Ora i conti li ha pareggiati perché convinto di essere in debito con la vita.
La sua di vita è ora nelle sue mani. Se avrà successo sarà per suo merito ma se fallirà non potrà nascondersi dietro le sventura e la sfortuna.
Se è intelligente,e parimenti umile saprà come ridarsi dignità e diventare uomo perché fino a che possiederà la medaglia
vittima-carnefice che si è tenuta al collo sarà tagliato in due padreterno-vittima dalla cinta in sù e maschio-carnefice dalla cinta in giù.