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Nella Russia di Putin viene reintrodotta la psichiatria punitiva sovietica

Creato il 02 marzo 2013 da Matteo
Colpire duro fino alla perdita della protesta [1]
La "psichiatria punitiva", risorsa del passato totalitario sovietico usata dal KGB per reprimere i dissidenti, può tornare
01.03.2013
Per i troppo giovani e gli smemorati ha senso ricordare che il metodo di repressione consisteva nell'appioppare alla persona sgradita al potere una diagnosi psichiatrica con ulteriore cura coercitiva in un ospedale carcerario speciale. Solo nel '71, come scrive Ljudmila Alekseeva [2] nel libro "Storia del dissenso nell'URSS", "su 85 condannati politici furono riconosciuti incapaci di intendere e volere 24 persone, quasi un terzo".

"Anche Bulgakov era schizofrenico"Come si faceva in epoca sovietica ha raccontato alla "Novaja gazeta" Vjačeslav Igrunov, direttore dell'Istituto Internazionale di scienze umane e politiche, uno dei fondatori del partito "Jabloko" [3], dissidente. Nel 1975 fu arrestato con l'accusa di "detenzione, preparazione e diffusione di materiale calunnioso sull'ordinamento sociale e statale sovietico". Si rifiutò di partecipare a un esame. 
Dopo il processo a Odessa fu inviato a curarsi in un ospedale psichiatrico.

– …Il mio arresto coincise con la firma degli accordi di Helsinki [4]. E il potere decise che era meglio rimuovermi dal processo, cioè rendermi pazzo.
So che tutti i dissidenti che sono finiti a fare un esame psichiatrico furono riconosciuti pazzi, perciò mi rifiutai di partecipare a questo all'istituto Serbskij [5]. Ma a Odessa mi toccò fare l'esame. Lo stesso test si trasformò in una farsa. Per esempio, l'unico argomento dello psichiatra riguardo alla mia anormalità consisteva nel fatto che avevo rammentato Michail Bulgakov come mio scrittore preferito. Mi risposero: "Beh, visto che lo ama, significa che Lei è precisamente schizofrenico perché Bulgakov era schizofrenico". E comunque a Odessa il presidente della commissione Majer non passò a un'aperta falsificazione. In conclusione scrissero che era impossibile trarre una conclusione sulla mia incapacità di intendere e volere per via di una "complessa struttura della personalità". Ma non riuscii ad evitare il manicomio.
Se ricordo i preparati con cui mi curarono? Quelli non li dimentichi. Una volta un'inserviente vide che, passando per il corridoio accanto alle celle, toccavo macchinalmente con la mano le loro inferriate. Chiese: "Soggiornerai stabilmente?" Annuii. Là, come incline alla fuga, mi prescrissero la sulfazina. Iniettavano tre "cubi" e io svenivo. La sulfazina risultava efficace quando si richiedeva di spezzare la volontà di una persona, di farne un animale spaventato.
Nell'ospedale psichiatrico di Odessa, dove passai 11 mesi, mi curarono con triftazina [6] e shock insulinici. Nessun medico mi riteneva pazzo, ma mi curavano. Iniettavano insulina al minimo. Poi aumentarono la dose ed ebbi un terribile shock ipoglicemico. Andai dal medico e presi a insistere che mi togliessero le iniezioni. La dottoressa disse: "Potrei non curarla affatto, allora la trasferirebbero in un altro posto. Si curi al minimo". Cominciai a prendere la triftazina e smisi di capire cosa mi accadeva: non potevo stare disteso e in piedi, potevo solo camminare. Camminare attenuava il dolore.
Spezzare la personalità, spingere una persona alla pazzia reale è semplicemente possibile, se gli si fa la diagnosi necessaria. Per esempio, mi curarono per schizofrenia a decorso lento e intossicazione filosofica.
Lo standard ministerialeIl 6 febbraio sul sito del Ministero della Salute russo è comparso un ordine che introduce gli standard di cura delle malattie psichiche, tra cui è risultato anche lo standard di cura ambulatoriale per la decompensazione dei disturbi della personalità. Questo documento interno rischia difficilmente di attirare l'attenzione del largo pubblico, ma nel frattempo apre maggiori possibilità per la repressione del movimento di protesta secondo uno scenario elaborato già in tempi sovietici.
Jurij Savenko, presidente dell'Associazione Psichiatrica Indipendente russa ritiene che la novità possa avere conseguenze catastrofiche:

– E' difficile credere che i nuovi standard siano stati scritti da uno psichiatra praticante. Il contenuto ha tanto colpito me e i miei colleghi che abbiamo scritto una lettera aperta al ministro della Salute della Federazione Russa.
La diagnosi di "disturbo della personalità", la cui cura è ricordata nei nuovi standard, è abbastanza facile da applicare a un'ampia cerchia di persone. Non è una malattia, ma un inasprimento del carattere che "guasta la vita a se stessi e/o a chi si ha intorno". Si distinguono circa dieci tipi stabili di tale modello di comportamenti, che, formatisi verso i 16-17 anni, caratterizzano la persona fino alla vecchiaia. Nei confronti dei disturbi della personalità di principio è da ignoranti parlare di cura, in questo caso sono possibili solo una compensazione e una correzione delle reazioni e delle particolarità del comportamento della persona. Tra l'altro lo standard ministeriale prescrive in forma di ordine di curare disturbi della personalità del tutto diversi, talvolta contraddittori, secondo un solo modello, per di più con dosi da cavallo di preparati antipsicotici usati nelle psicosi acute.
Chi ha preparato questo ordine? Perché non ne ha discusso né con l'Associazione Russa degli Psichiatri, né con l'Associazione Psichiatrica Indipendente russa? Infatti l'obbligo di tale procedura è prescritto dalla legge. Tra l'altro i presupposti di tale tipo di "novità" sono del tutto logici, se si legge dentro l'attuale "Guida per la psichiatria forense". La sì pone la base teorica per la "cura" di vari disturbi della personalità in cui, a mio parere, la diagnosi di "disturbo della personalità" è premeditatamente paragonata alla diagnosi di "mutamento della personalità". Ma i "mutamenti della personalità" hanno tutt'altra natura, avvengono in seguito a malattie e danni del cervello o a gravi intossicazioni o ad alcolismo cronico. Solo un funzionario ignorante e irresponsabile può compiere una sostituzione furtiva del genere. Infatti si tratta di uno standard ambulatoriale, cioè di cura a domicilio, ma le dosi ricordano quelle massime della cura ospedaliera di psicosi acute. E tali dosi non curano i disturbi della personalità, ma tengono solo le persone in stato "vegetale".
Abbiamo scritto al ministro che i medici non seguiranno questo standard e che gli toccherà revocarlo urgentemente. Dal sito del Ministero della Salute è stato effettivamente già tolto, ma è ignoto se l'ordine sia stato eliminato.
Si può fare una diagnosi di "disturbo della personalità" a qualsiasi persona che mostra un'intensa attività: alle vittime di ingiustizie sociali, ai dissidenti politici e religiosi, agli oppositori… La giustizia ha il diritto di imporre un esame psichiatrico a un arrestato con la conseguente cura coercitiva.
Ma più di tutto colpiscono i dosaggi. Per esempio, si raccomanda di imporre il Sonapax a persone con disturbi della personalità in dosi giornaliere da 475 mg, il che è 5-9 più della dose usata nelle malattie psichiche. Di fatto il Ministero della Salute propone di usare la camicia di forza chimica. A quanto ci è noto, questo standard è stato preparato dal Centro V.P. Serbskij.
La nostra giustiziaPer ora non sono a conoscenza dei nuovi standard di prestazione di pronto soccorso nei disturbi psichici, p – ha detto alla "Novaja gazeta" Aleksandr Kondinskij, primario dell'istituto scientifico e di ricerca psico-neurologico V.M. Bechterev– Ma bisogna capire che lo standard non è un dogma. E' piuttosto un qualche minimo completo di servizi medici che è sufficiente per la prestazione di aiuto qualificato in questo o quel disturbo. E sulla base di questo standard come orientamento sui posti possono fornire aiuto basandosi sulle proprie possibilità.

Nei disturbi della personalità la terapia farmacologica non è fondamentale, in maggior grado si richiede un aiuto psicoterapeutico.
Se pensate che gli oppositori saranno presi e trascinati in manicomio, questa è roba del secolo scorso. Il ricovero negli ospedali psichiatrici si compie per decisione della giustizia, anche se, certo, capisco l'obiezione: "Conosciamo la nostra giustizia".
P.S. La "Novaja gazeta" ha inviato un'interrogazione al Ministero della Salute della Federazione Russa con la richiesta di commentare i fatti esposti nell'articolo.

Natal'ja Černova, "Novaja gazeta", http://www.novayagazeta.ru/politics/56997.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1] Gioco di parole complesso. Kolot'può significare sia "fare iniezioni", sia "spaccare".
[2] Ljudmila Michajlovna Alekseeva, nota attivista per i diritti umani.
[3] "Mela", partito di orientamento liberale il cui nome è formato dalle iniziali dei cognomi dei tre fondatori principali: Grigorij Alekseevič JAvlinskij, Jurij Jur'evič Boldyrev e Vladimir Petrovič Lukin.
[4] Gli accordi di Helsinki prevedevano anche impegni per i diritti umani che l'URSS disattese totalmente, ma che dettero ai dissidenti qualcosa a cui appellarsi.
[5] Istituto di psichiatria forense di Mosca dedicato allo psichiatra russo Vladimir Petrovič Serbskij (il cognome, tra l'altro, significa "Serbo") utilizzato per la repressione del dissenso.
[6] Antipsicotico usato nella cura della schizofrenia.

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