Se vi capita di andare verso Trishuli, la strada che porta verso uno dei trekking più popolari e frequentati, quello del Langtang fate una sosta a Okharpauwa. Siamo a solo 18 chilomtetri da Kathmandu, era un villaggio contadino di tamang, e balami (la sottocasta degli antichi lavoratori agricoli newari) in tutto circa 6000 persone che, dal 2005, si sono visti arrivare addosso 500 metri cubi di spazzatura al giorno.
Le conseguenze per l’ambiente sono state drammatiche, aria, suolo, sorgenti inquinate. Infatti ogni tanto protestano e bloccano i camion provenienti dalla onnivora capitale.
Insieme a plastica, sacchetti, metalli arrivano alla discarica anche 1500 Kg. Al giorno di rifiuti organici ospedalieri, spesso tossici. Proprio oggi un team del governo ha iniziato ad ispezionare il sistema di “waste management” degli oltre 40 ospedali e cliniche cittadine, la cui distruzione dovrebbe essere regolata da un apposita legge del 2011. Binod che segue queste vicende mi dice che solo il Bir Hospital e pochi altri hanno una gestione corretta dei rifiuti ospedalieri, la maggior parte li getta nella comune spazzatura. Anche per questo, lui e il suo comitato, vorrebbero bloccare la discarica e risanarla.
Intanto l’immensa spazzatura è diventata fonte di sopravvivenza per centinaia di persone che cercano i materiali riciclabili (plastica, ferro, etc.) per rivenderli. Gente senza niente, senza terra, casa, lavoro che è stata allontanata dagli slum della capitale o fuggita per non morire di fame, dai villaggi delle colline o del Terai.
Intere famiglie che vivono con bambini e neonati in catapecchie di legno e plastica. Quasi trentanni fa, un amico aveva girato la storia di due bambini di strada di Kathmandu che sopravvivevano raccogliendo i rifiuti e rivendoli ai ferrivecchi per poche rupie. Allora i rifiuti erano pochi, (sparsi lungo i fiumi della Valle, dove ancora ci sono), così come i disperati.