Magazine

Nella tana del Bianconiglio al Valentino

Creato il 21 luglio 2014 da Blackcat80
Questa è la cronaca di una visita in un posto che non era stata programmata.
E, come parziale conseguenza di questo fatto, neppure questo post era programmato.
Ma spesso le esperienze migliori sono proprio quelle che non erano state programmate.
Quelle che ti chiamano all'improvviso e che senti di dover seguire.
Un po' come Alice, che si incuriosisce riguardo al Bianconiglio quando lo vede passare e lo segue fin giù per la sua tana, scoprendo un nuovo, incantevole Paese delle Meraviglie.
In questo caso il "Paese delle Meraviglie" per me non era affatto nuovo - lo conoscevo già piuttosto bene.
Ma a volte ti capitano giornate dal sapore magico, giornate che diventano speciali perché ti rendono in grado di vedere le cose di ogni giorno con occhi nuovi, sotto una nuova luce che fa esplodere all'improvviso tutta la loro bellezza - un po' come un fuoco d'artificio che trasforma il cielo che sta tutti i giorni sopra la nostra testa in un carnevale festoso.
Questa giornata un po' speciale è capitata qualche mese fa.
Era febbraio ed era ancora inverno, però c'era un cielo azzurrissimo e quel sole che fa da paggio per annunciare che l'arrivo della primavera è imminente.
O almeno così ti viene spontaneo credere, in una giornata simile.
In questa giornata in realtà il mio obiettivo era semplicemente andare a sperimentare Miss Cake (via Giuseppe Baretti 31), una nuova bakery nella quale mi era casualmente imbattuta su Tripadvisor qualche giorno prima.
I posticini carini che servono dolci dal gusto anglosassone sono i miei preferiti, e, dal momento che in realtà a Torino sembrano ancora poco diffusi, poiché apparentemente tutti i locali sembrano più inclini ad influenze francesi, mi ci sono precipitata alla prima occasione.
Miss Cake
E, devo confessare - il posto era carino, ma sinceramente non mi ha entusiasmata più di tanto.
La vetrina ti fa venire l'acquolina in bocca, lo staff è molto gentile ed amichevole, e il colore viola che domina ovunque è grazioso; però francamente avrebbero potuto rendere il posto un po' più carino, e la torta red velvet che ho preso era un po' asciutta e troppo formaggiosa.
(nel senso che la crema al formaggio era decisamente un po' troppo abbondante e forte nel sapore)
Miss Cake - red velvet cake
Ma ecco che all'improvviso, mentre contemplavo un pochino delusa i resti della mia collezione, è apparso il mio personale Bianconiglio da seguire.
Uscendo dal locale ho intravisto il Castello del Valentino sbirciare da in fondo alla strada - e, data la frizzante promessa primaverile nell'aria, ho seguito, immediatamente e spontaneamente, la tentazione di andare a fare una passeggiata al parco.
Ed ecco come sono caduta nella tana, piombando a capofitto nel Paese delle Meraviglie...
Valentino Park, Turin
Naturalmente al Parco c'ero già stata parecchie volte, ma non ero mai riuscita a trovarlo così bello come questa volta.
C'era qualcosa di magico che si respirava nell'aria: persino il Po, solitamente melmoso e spento, era di un blu così cristallino da sembrare quasi una fonte di montagna.
Vedendolo così posso capire come mai il dio del Sole Fetonte ci sia finito a mollo, come la leggenda proclama: scommetto che era di questo stesso invitante blu quando è successo.
Po
Forse vi starete domandando da dove derivi il nome Valentino.
O, perlomeno, io me lo sono sempre chiesta - ma in realtà una risposta non c'è.
Alcuni sostengono che provenga da una nobildonna di nome Valentina, il cui marito fu generoso contributore al restauro del parco che fu promosso dai Savoia nel XVI secolo; altri invece dicono che sia perché c'era un'antica cappella dedicata a San Valentino.
Valentino Park, Turin
In ogni caso questo nome gli regala un'allure romantica, e a me sovviene anche una canzone sdolcinata che cantava sempre mia nonna quando ero piccola, su una coppietta che aveva scelto il parco come teatro dei propri rendez-vous: per qualche oscuro motivo questo grande amore non ebbe un lieto fine, e si interruppe bruscamente - tuttavia, incuranti degli anni e dei kilometri, i due amanti continuano a pensarsi, sospirando e rimpiangendo con dolce malinconia gli incontri al Valentino.
Mia nonna riteneva che questa canzone fosse decisamente troppo triste e che la povera coppietta non si meritasse una simile sfortuna, per cui aveva inventato di sana pianta una nuova strofa che fungesse da finale alternativo per la vicenda, regalando ai due amanti separati dalla sorte avversa una nuova occasione per incontrarsi e per stare finalmente insieme.
Lei era decisamente a favore dei finali tipo "E vissero per sempre felici e contenti..." - ma ad essere sincera io trovo invece molto più struggente ed emozionante la versione originale della canzone, che parla del loro amore impossibile ma indimenticabile.
Ok... ma adesso forse sarà meglio che non mi lanci a disquisire sulla mia malata predisposizione per questo genere di dolori - torniamo piuttosto a parlare del parco.
Forse lo sapete - e se non lo sapete ve lo dico adesso - ma io ho una naturale adorazione per i parchi cittadini.
Però, mentre la maggior parte di essi danno la sensazione di essere una specie di rifugio verde dove potersi dedicare ad un rigenerante break dal caos della città, quasi come una sorta di mondo parallelo rispetto a ciò che li circonda, il Parco del Valentino si ritrova ad essere invece armoniosamente integrato con il resto della città.
Cioè - quando sei lì sai di essere a Torino: non è una fuga, e non è un mondo parallelo. E' proprio Torino e non può essere da nessuna altra parte.
Indubbiamente uno degli elementi che contribuiscono a creare questa consapevolezza è il suo Castello - che ti dà la sensazione che i Savoia regnino ancora in questa città, e che tu stia passeggiando dentro il loro giardino privato.
Valentino Park, Turin - Castle
Il Castello oggigiorno è sede della facoltà di Architettura del Politecnico, ma quando è stato costruito nel XVII secolo era tre volte più grande: idea della regina reggente Cristina, per gli amici Madama Reale, che voleva un posticino carino lungo il fiume dove potersi rilassare in mezzo al verde.

Nella tana del Bianconiglio al Valentino

Il Castello del Valentino così com'era nel XVII secolo


Madama Reale era una figura forte e controversa, e di lei si possono dire molte cose - però sicuramente aveva buon gusto e ha impresso un marchio di fabbrica molto forte nel restyling del look cittadino: di fatto è lei il motivo per cui Torino oggi ha quella certa aria che ricorda un po' Parigi.
Valentino Park, Turin

Ma adesso è meglio se lasciamo un attimo da parte il XVII secolo, dal momento che in realtà, dove ci troviamo adesso, pochi passi ci separano dal Medioevo.
Ok, a dirla proprio tutta, se dovessimo localizzare il posto dove stiamo per andare su una linea del tempo immaginaria, rispetto al Castello si troverebbe comunque dopo, e non prima...
Vi sto confondendo le idee?
Beh, è semplice: questo Medioevo in cui stiamo per immergerci in realtà risale al 1800.
Borgo Medievale, Valentino Park, Turin

Sì, perché il Borgo Medievale del Valentino è un falso.
E' stato costruito fra il 1882 ed il 1884 da un gruppetto di giovani e fantasiosi architetti per l'edizione italiana dell'Esibizione Universale che si stava tenendo pressoché ovunque in Europa durante quegli anni: Parigi si è vinta la Tour Eiffel grazie ad essa, e Torino, invece, un borgo medievale che in effetti gli mancava.
Borgo Medievale, Valentino Park, Turin

Beh, tutti sanno che è un falso; però è ugualmente molto bello da vedere, soprattutto se avete un debole per il Medioevo come me, e come molta gente dell'epoca in cui è stato costruito.
Borgo Medievale, Valentino Park, Turin

Si tratta di una sintesi panoramica molto ben fatta dei più importanti capolavori dell'architettura medievale che abbiamo in Piemonte: passeggiando nel Borgo troverete le riproduzioni di una vecchia casa di Bussoleno, di una fontana di Oulx, di una statua della Madonna che si trova nel Duomo di Chieri, e molto altro.
Borgo Medievale, Valentino Park, Turin

Sono riproduzioni fedelissime e che si abbinano fra loro in maniera molto armoniosa.
Fondamentalmente hanno uno scopo didattico, e non solo dal punto di vista dell'architettura: ci sono anche artigiani in costume che danno dimostrazione delle antiche tecniche manifatturiere che si utilizzavano in quell'epoca.
Borgo Medievale, Valentino Park, Turin

Un altro dono lasciato in eredità dall'Esibizione Universale è la Fontana dei Dodici Mesi.
Twelve Months Fountain, Valentino Park, Turin

A me piace moltissimo.
E' un elegante misto di stile liberty e rococò, e, oltre alle dodici statue che la circondano (che ovviamente rappresentano i dodici mesi, come suggerisce il suo nome), ce ne sono anche alcune altre sulla cima della sua balconata che rappresentano i fiumi di Torino.
Twelve Months Fountain, Valentino Park, Turin

Per oggi basta visite culturali, dopo tutto questo camminare sarete stanchi.
E allora cerchiamoci una panchina di legno nel Giardino Roccioso e riposiamoci un po', assaporando il sole e le bellezze verdi che ci circondano.
Ma le sorprese del Valentino ancora non sono finite: se aguzzate bene la vista potrete vedere come il nostro fantasioso giardiniere amante dei gatti abbia colpito anche qui...
Valentino Park, Turin

E pare che anche lui sia d'accordo con mia nonna sull'atmosfera romantica di questo posto!
** ================================ **
[*] Se vuoi leggere cos'altro ha combinato il misterioso Giardiniere Amante dei Gatti, vai all'articolo sulla visita di Tabby Cat (clicca qui)
[*] Se vuoi leggere come mai il Dio Fetonte era finito a mollo nel Po, vai all'articolo sulle leggende di Torino (clicca qui)
[*] Se vuoi leggere di qualche altro parco cittadino, vai all'articolo sui parchi di Parigi (clicca qui)
Se questa storia ti è piaciuta, lasciami un commento: sono curiosa di sapere che cosa ne pensi!

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog