In viaggio verso Chicago, a ricostruire legami in capo al mondo, a sistemare frammenti di vita zigzagando in una nuova città. Weekend intenso per guadagnarsi la certezza che si può ricominciare. Sempre.Ammirando Chicago: bellissima, fredda, mutevole, come mutevole è la tanto vasta America. Chicago di parchi e di vie larghe di negozi, di musei, e centri d’arte, la grande Jatte di Seurat che scalda i meno dodici di questa domenica soleggiata, un tazo tea come alleato per resistere al freddo. Chicago delle casette di pietra di old town, della ruota del navy pier, della stuffed pizza da 1200 calorie a fetta, Chicago di amici di lunga data, visti dopo tanto tempo, in fretta, tra conversazioni strappate agli esami e all’ansia da sighseeing contro il tempo, Amici che regalano preziosi pezzi della loro vita, per farti pensare a quanto bella è anche la tua.
Finalmente il coraggio di raccontarsi il futuro, quella valigia sotto il letto, sempre pronta, di tre mesi in tre mesi, senza sapere che lingua si parlerà quando arriverà l’estate, incrociando le dita perché i vestiti portati non siano abbastanza, che un’altra stagione passi prima di dover emigrare di nuovo.Flessibili e pronti a tutto, ormai dietro le spalle la certezza di un futuro, riposta in un carrillon,Troppo choosy per rinunciare ai propri sogni, schiavi di una vita in altri paesi, sempre in discussione, senza più domandarsi quando si tornerà a casa.Oggi sashimi con tacos e diet coke, hablando in inglese senza più nemmeno domandarsi perché.
“No pasa nada Nati”Su una pietra a guardare il mare, il lago pardon, ascoltando in silenzio allargando il proprio cuore perché possa accogliere senza voler giudicare. Assonata, pur di cogliere attimi, preziosi, di vite altrui, riempiendo le distanze nello spazio di un abbraccio. “Si riceve sempre quello che si dà”…