Le orchidee spontanee della Penisola Sorrentina
Un itinerario a pretesto sui Monti Lattari
di Gaspare Adinolfi
La terra delle Sirene n°29
Centro Ricerche e Studi Bartolomeo Capasso
Si narra che un giorno Orchide, tipo inquieto e sanguigno ma soprattutto focoso,partorito da una ninfa amata da un satiro, gironzolava per un campo quando la sua attenzione ed i suoi sensi furono rapiti dalla bellezza di una baccante che giaceva nuda,rosa solitaria in un paradiso verdeggiante,spossata certamente dalle mille libagioni.Orchide,degno emulo di Zeus, (figlio di un satiro!) si avventò sulla “bella addormentata” e la fece sua, ma quanti guai gli piovvero addosso per quest’azione proditoria! Cloto,Lachesi e Atropo si offesero profondamente per l’azione infamante subita dalla loro protetta e si sà le sorelline Moire hanno in mano il destino di tutti.Atropo la più infuriata era pronta a recidere il filo,ma Cloto ne fermò la mano e le cesoie gridandole:”Sorella no!,stavolta non mi basta recidere solo il filo,facciamolo a pezzi!”, e così avvenne.Madre Natura,dea generosa, raccolse quel poco che rimaneva del piccolo mortale e ne fece un fiore: l’Orchidea.Così gli antichi Greci sempre pronti a dar briglia alla loro fantasia si spiegarono le particolarità di questo fiore la cui forma ovaliforme dei rizotuberi ricorda i testicoli di un uomo (tanto per capire che cosa rimase di Orchide) mentre i petali sono divisi in tre sepali superiori e tre petali inferiori fra questi c’è ne uno detto labello la cui forma particolare attira gli insetti pronubi, questi ultimi si precipitano sul labello proprio come Orchide sulla baccante ma rimangono delusi dallo scoprire che si tratta solo di un petalo e volano via su un altro fiore ignorando che attaccato alle loro testa è rimasto il polline che darà vita al processo di riproduzione del fiore.Se la nascita dell’orchidea vi ha conquistato ancora più esaltante è il racconto di Gaspare Adinolfi sulle svariate specie di questo fiore che potete ammirare lungo i sentieri, ‘E vvìe ‘e mìez’, che dai Monti Lattari arrivano fino a Punta Campanella.Sono centinaia i percorsi proposti come le bellezze naturalistiche,storiche e archeologiche che potete ammirare in Penisola Sorrentina.Vi suggerisco il percorso di Pialì (così si chiamava il terribile comandante turco che mise a ferro e fuoco l’intero comprensorio):partite da Torca,poi proseguite per Monte Torca,Crapolla,Monte di Monticchio,Recommone,infine Marina del Cantone. Ci si sposta da levante a ponente di torre in torre, quelle che anticamente servivavo ad avvistare i Saraceni ed oggi? Beh…dovete andarci,dovete conquistarvela la sorpresa!
di Luigi De Rosa
(Orchide e la baccante,immagine tratta dal web)