Saranno nove anni, tra qualche ora.
Quella notte gelida, in un letto d’ospedale.
Fuori, la pioggia. Dentro, una luce fioca
il silenzio spezzato solo dai tuoi respiri affannati.
Ti tenevo la mano, mentre te ne stavi andando.
Quella stessa mano
che tenevo stretta stretta, da piccolino
che mi infondeva sicurezza,
verso un mondo a cui mi affacciavo, pian piano
con curiosità e timore.
Mi piace pensare che quel legame,
in qualche modo, esita ancora oggi.
Nel ricordo di un bambino ormai adulto.
Nell’affetto di un figlio verso una madre che non c’è più.
La mia mano, stretta nella tua
Ieri, adesso, per sempre.