Alcuni di coloro che lavorano a maglia o uncinetto producono solo maglie o berretti, altri invece vedono il loro lavoro sconfinare nel reame dell'arte.Vero che definire il confine tra artigianato, design e arte non è cosa semplice, tanto più che il mondo non è fatto a scatole. Ma lasceremo qui questa discussione, per ora.Trovo però estremamente interessante che molti artisti contemporanei scelgano la maglia o l'uncinetto come materiale attraverso cui realizzare emozioni e concetti. Con la naturalezza con cui un pittore potrebbe decidere di usare ora i colori ad olio, ora la tempera.Indubbiamente è un materiale che, anche se non comunissimo tra gli artisti, ha un potenziale artistico innegabile, vista la fortissima carica evocativa donata dal suo bagaglio pieno di storia, memoria, gesti antichi...Entriamo dunque nel vivo dei post del lunedì, e come avrete intuito parliamo di arte.Non di "arte" come titolo dei due precedenti post
(per chi se li fosse persi, ecco i link:Lo Zen e l'arte di sferruzzareLo Zen e l'arte di sferruzzare 2 )
bensì proprio di arte contemporanea. Lo so, spesso è un tema che mette in soggezione, perché si ha l'impressione di non riuscire a comprenderla in quanto non "addetti ai lavori". Ma credetemi, bastano un paio di linee guida che favoriscano la lettura dell'opera, un po' di pazienza e un pizzico di sana curiosità, e anche gli attacchi d'arte più astrusi e complessi sembrano subito molto meno distanti.Mi piacerebbe, nel corso di vari post, farvi conoscere e commentare con voi alcuni artisti che utilizzano maglia o uncinetto come materiale.
Oggi ho trovato la giovane Bea Camacho, nata nel 1983 nelle Filippine, laureata ad Harvard in Arte.
Ma l'artista, nel notevole sforzo di scomparire all'interno della sua crisalide rossa fiammante, si rende infinitamente più visibile.
In queste sue opere l'artista sembra richiamare, nell'atto di chiudersi in un bozzolo di lana, attraverso ore di concentrazione mentale e sforzo fisico, la ricerca di una protezione che ricorda il ventre materno. E può evocare la condizione di chi come lei (immigrata negli Stati Uniti dalle Filippine) può desiderare farsi piccolo piccolo, pur anelando a trovare il suo posto nel mondo, in una continua lotta tra il desiderio di scomparire e quello di affermarsi.Ma le interpretazioni e le suggestioni possono essere infinite. Invito ognuno di voi a trovare le sue.
Per oggi la pillola artistica è finita, ci leggiamo il prossimo lunedì con altre curiosità legate all'immenso mondo dello sferruzzo. Buona settimana a tutti!
Chiara