Nella puntata “Nelle mani dello Stato”: Siamo di notte in una città tranquilla, nel 2005, segnali luminosi di polizia e autoambulanza, a terra un ragazzo con le mani ammanettate dietro al schiena, il suo cellulare suona invano, sul dispaly un nome:”mamma”…un’altra mamma, non riconosce il figlio dimagrito di 40Kg e poi una moglie arrestata insieme al marito, lui in isolamento lei nel braccio femminile. Per lei arriva la libertà provvisoria insieme alla notizia che il marito sta male. Cosa succede? Come sta? Quando posso vederlo? Risposta: “Martedì dopo l’autopsia”…
Ci sono leggi, procedure, controlli e persone che regolano questa tutela. Ci sono forme di garanzia che, in una democrazia, spesso funzionano ma altre volte no. Come nei casi di Stefano Cucchi o Federico Aldrovandi o Aldo Bianzino che stavano dietro le sbarre e che sono morti di morte violenta.
Aldo Branzino, un falegname che non fa politica, 44 anni, viene trovato morto nella sua cella di isolamento all’interno del carcere di Capanne a Perugia; “Cause naturali in seguito ad aneurisma”, difficile da credere dopo che l’autopsia ha rilevato fratture alle costole, distacco del fegato e lesioni al cervello, che di solito non avvengono naturalmente. Federico Aldrovandi, 18 anni, morto su un marciapiede di Ferrara. La ricostruzione della questura aveva sostenuto che stava tornando a casa dopo una serata con gli amici, si era sentito male e dava in escandescenze. Ammanettato dagli agenti era svenuto ed era poi deceduto prima che arrivassero i soccorsi. Inizialmente si era parlato di droga, poi di un malore. La madre del ragazzo denunciava invece un pestaggio da parte della polizia. Nel 2006, una foto choc, mostrava i segni di percosse sul corpo del ragazzo.
Il carcere dunque non è solo per i delinquenti,i criminali, ci sono tante persone diverse, fasce marginali, non esattamente pericolose. Tanti sono i detenuti morti nelle carceri italiane. E tra questi ci sono anche i suicidi ed è bene dirlo, molto spesso la linea tra suicidio e “incidente” si assottiglia sempre di più, fino quasi a scomparire del tutto. Persone sottoposte a pressioni psicologiche terribili, persone che nessuno vuole. Lo sappiamo: in Italia l’emergenza carceri è un problema forte, annoso, duraturo. Si è detto tanto, ma fatto molto poco e male.
Un programma che attraverso la divulgazione mediatica riporta in primo piano il tema dei diritti “dietro le sbarre”, un m