Vi sembrerà una scena normale, ma francamente proprio non lo è. Certo, è il solito mezzo di sicurezza (o, peggio, di soccorso) che a Roma rimane impigliato nel traffico urbano. L'assurda e immotivata assenza di corsie preferenziali (atte a diventare corsie di emergenza in caso di bisogno) determina anche questo genere di episodi.
Questo episodio è però più grave. Stiamo parlando di venerdì 20 novembre. Esattamente una settimana dopo i fatti di Parigi, esattamente sette giorni dopo le stragi del 13 novembre. Dopo una settimana di follia fatta di psicosi e di allarmi bomba continui, a pochi giorni dal Giubileo, con artificieri e forze dell'ordine che per tutta la settimana sono dovuti correre a destra e sinistra dietro alle fisime della gente. In questo contesto i due prefetti che amministrano la città non sono stati in grado di precettare i farabutti irresponsabili che hanno proclamato lo sciopero.
Lo sciopero si è così svolto, ha lambito il trasporto pubblico centrale ma ha coinvolto quello periferico con la RomaTPL che ha aderito e ha dunque peggiorato la situazione del traffico. Situazione del traffico che in una città, appunto, non dotata di adeguate infrastrutture come le preferenziali e di una adeguata repressione di fenomeni che provocano congestione come soprattutto la doppia fila, possono essere fatali in momenti di necessità e di emergenza.
A tutto questo si è aggiunto il blocco, anche nella giornata di venerdì, della metro A per ben due volte per fasulli allarmi bomba (a Battistini al mattino e a Cornelia la sera) e le manifestazioni di prammatica che hanno affiancato lo sciopero generale dei sindacati di base. Forse non è chiaro un concetto: scioperi e manifestazioni vanno so-spe-si fino a ordine contrario. Abbiamo la scusa del terrore internazionale, almeno sfruttiamola per reprimere i ciarlatani che da decenni rendono impossibile la vita di questa città. Altrimenti la sospensione della democrazia a Roma che diavolo si è fatta a fare se poi tutto si continua a svolgere come al solito?