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Nemici di Grisù

Da Ayameazuma

« Stammi a sentire Montag: a tutti noi una volta nella carriera, viene la curiosità di sapere cosa c’è in questi libri; ci viene come una specie di smania, vero? Beh dai retta a me Montag, non c’è niente lì, i libri non hanno niente da dire! »

Lo riconoscete? Ne sentite l’odore? E il rumore?
La carta che brucia, crepita ed emana quell’essenza un tempo tanto diffusa, avete presente, no? Quei bei roghi dove tanti libri “eretici” (per i flamer: si notino le virgolette, grazie) venivano gettati, in confronto l’odore del napalm alla mattina non vale niente.
Ray Bradbury ci ha pure scritto un libro, Fahrenheit 451, che guarda caso è il libro da cui abbiamo colto la citazione iniziale di questo post.

Sapete, non sapevamo che scrivere a proposito della proposta portata avanti a Martellago da un consigliere del Pdl, Paride Costa e da un cittadino, Roberto Bovo.
Essere indignati? No, non è il caso, l’indignazione raramente serve a qualcosa.
Arrabbiati? Anche, va bene che “dobbiamo essere tutti uguali, l’unico modo di essere felici e di sentirci tutti uguali” e che per farlo “dobbiamo bruciarli, Montag. Fino all’ultimo” ma sapete, una soluzione del genere non soddisfa me in primis e questo blog in secundis.

Preoccupati? Sì, soprattutto questo.
Siamo preoccupati perché iniziative del genere, idee del genere, non dovrebbero nemmeno nascere.

Si potrebbe scrivere tanto seguendo una qualunque di queste linee di pensiero, potrebbero nascere articoli infiammati (qualcuno chiami Grisù!), articoli distopici e pessimisti che prevedono l’arrivo del Grande Fratello nelle case degli italiani ma non attraverso la televisione (Spacciare deliberate menzogne e credervi con purità di cuore, dimenticare ogni avvenimento che è divenuto sconveniente, e quindi, allorché ridiventa necessario, trarlo dall’oblio per tutto quel tempo che abbisogna, negare l’esistenza della realtà obiettiva e nello stesso tempo trar vantaggio dalla realtà che viene negata… tutto ciò è indispensabile, in modo assoluto. – da La teoria e la pratica del collettivismo oligarchico di Emmanuel Goldstein; 1950)
Potremmo scrivere un articolo carico di ironia (e un po’ lo stiamo facendo) ma con la sola ironia rischiamo di sottovalutare il problema.

La nostra scelta? Diffondere la notizia e invitare chiunque sappia pensare con la propria testa a non accettare fatti di questa portata, invitare tutti a contribuire per impedire la rinascita dell’Indice dei Libri Proibiti.
E non si parli di “fraintendere” perché pur leggendo più volte la proposta Bovo/Costa fraintendere è impossibile.
Lasciate perdere il vostro credo politico, ignorate (per il momento) il Caso Battisti (e, signori miei, il primo che sfrutta il fatto per far scoppiare qualche flame parteciperà in prima persona a un rogo di libri, come combustibile) e tutto il resto: concentratevi sul fatto che un ulteriore passo verso le peggiori distopie che possiate immaginare potrebbe essere fatto molto presto e decidete se accettare o meno una cosa del genere. Non lasciate che siano gli altri a decidere per voi, che scelgano cosa dobbiate dire, leggere o pensare.

Scegliete se innalzare vincoli in nome della libertà oppure se quei vincoli volete romperli.

Il mio? Un appello e una finestra, il primo a voi (ve l’ho già detto) la seconda a questa notizia che come dicono QUI deve essere diffusa per non passare sotto silenzio o, peggio, essere presa sotto gamba.

Ricordate, non mettete le mani in tasca.


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