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Non ho messo foto in questo post, non c’è foto sufficientemente rappresentativa di un tale degrado, o forse ce ne sono troppe. Non avrei nemmeno voluto scrivere di nuovo di violenza sulle donne, già ne sentiamo troppe su questa piaga e chi, come me, è sensibile su questo argomento, ne soffre a sufficienza. Non avrei nemmeno voluto ripetermi nel commentare questi abomini, ma mi è impossibile. È impossibile rimanere in silenzio di fronte a certe realtà. Non importa chi siano gli autori, la dignità umana non ha prezzo, e un genitore che vende il proprio figlio non può che essere un criminale senza appello. Tutto succede a Marghera, presso Mestre, provincia di Venezia. Una ragazzina di appena 13 anni viene venduta dalla famiglia di origine in Macedonia, ad un connazionale residente in Italia, per l'appunto a Marghera. La famiglia “acquistante” la poverina, voleva darla in sposa al figlio maschio 17enne. Giunta in Italia con la suocera, la ragazzina prova a ribellarsi alla situazione, ottenendo un effetto mostruoso. Il ragazzo picchia la giovane indifesa, la sevizia, la tortura senza alcuna pietà. Usa addirittura un cavetto del computer, mentre la poverina è in una vasca da bagno, per tormentarla con la corrente. E non è finita. Mentre la madre del giovane maschietto incita alla violenza sessuale sulla poverina, lei urla disperatamente. La suocera non vuol sentir ragioni, rimprovera la bambina dicendole che stava “diventando donna”, e tra poco, sposa a soli 13 anni. Nulla da fare, ogni tentativo di fuga di lei veniva “ricompensato” con continue sevizie e maltrattamenti selvaggi, fino a tumefarle il volto o rovinarle il setto nasale.Ci sono diverse cose agghiaccianti in questa vicenda: la prima è la madre che vende la propria figlia per tremila euro, la seconda è la violenza ripetuta su una persona, anzi, su una bambina, con la compiacenza di un genitore. Dov'è la dignità di essere umano, se scendiamo a questi livelli animaleschi? Non è possibile che nel 2012 si possa ridurre in schiavitù, segregare e cospargere di lesioni aggravate una bambina di tredici anni. Non ha un senso. Ed è inutile, la denuncia, o il processo, nonché la pena, se gli esecutori materiali non comprendono la gravità dei loro gesti.L’unica cosa che trovo giusta, a dispetto delle mie remore virtuali, è continuare a parlarne, perché sappiamo tutti come è facile abituarsi al ripetersi delle situazioni e non vorrei mai che l’indifferenza scendesse anche su questi crimini che non hanno confini, né di spazio temporale, né di etnia. Se credessi in qualcosa di ultraterreno potrei dire che queste “persone”, se tali si possono chiamare, hanno venduto l’anima al diavolo, ma da razionale quale sono, penso che anche il diavolo, se pur esistesse, si rifiuterebbe di comprare una merce così putrida.
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