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Neogenitori che devastano i reparti maternità degli ospedali. Un caso solo romano e altre terribili storie dal Policlinico Umberto I

Creato il 24 luglio 2013 da Romafaschifo
Neogenitori che devastano i reparti maternità degli ospedali. Un caso solo romano e altre terribili storie dal Policlinico Umberto I
Neogenitori che devastano i reparti maternità degli ospedali. Un caso solo romano e altre terribili storie dal Policlinico Umberto I
Neogenitori che devastano i reparti maternità degli ospedali. Un caso solo romano e altre terribili storie dal Policlinico Umberto I
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Neogenitori che devastano i reparti maternità degli ospedali. Un caso solo romano e altre terribili storie dal Policlinico Umberto I
Neogenitori che devastano i reparti maternità degli ospedali. Un caso solo romano e altre terribili storie dal Policlinico Umberto I Reportage dal Policlinico Umberto I, come sappiamo uno degli ospedali più importanti e grandi d'Italia.
Mi focalizzo su due luoghi. Reparto di Ginecologia (interno+esterno). Vediamo colonne e muri ricoperti da dediche in forma scritta, più o meno appariscenti e/o ridicole (menzione d'onore per "daje sbrigate a uscì" e "piccolo ultras"). C'è un cartello all'ingresso del reparto, che supplica i trogloditi di esternare la loro gioia scrivendo nell'apposito libro delle dediche, ma niente, il menefreghismo regna, e con esso, lo schifo.  E' chiaro che con genitori così debosciati, questi piccoli sono condannati dalla nascita a ricevere un'educazione basata sull'elogio della mediocrità e la cultura del degrado egoista. Figli di ultras cafoni oggi, piccoli teppisti domani. Personalmente, credo che ci sia un'emergenza educativa: i bambini vanno educati a riconoscere la bellezza, un concetto troppo spesso ritenuto di secondo piano, e che è invece il nocciolo della questione. Come si fa a rispettare la bellezza di Roma se non la si riconosce? Se le mura aureliane non sono che un ammasso di mattoni cadenti, perché non scriverci sopra e colorarle un po'?  Roma non è una città come le altre, bisogna essere degni di abitarci. Il suo lascito storico-artistico è una benedizione, ma anche una responsabilità. I romani tutti dovrebbero essere i custodi di questa città. è solo uno spunto di riflessione. Seconda parte: l'esterno della IV clinica chirurgica. Qui, chi frequenta giornalmente il reparto, come il sottoscritto e svariati altri colleghi/testimoni conosce bene l'inquilino che si è stabilito su un pianerottolo: un clochard attrezzatissimo, con il suo tugurio di cartone e una coperta, che possiamo ammirare ben ripiegata e addirittura incellophanata in un interstizio tra il muro e la scala. La scala in questione è quella lungo cui si muove l'ascensore, e tramite tutti e due si accede ai vari reparti della clinica dall'esterno. Ovviamente il clochard in questione ha organizzato l'intero pianerottolo come sua abitazione, e non ha mancato di adibire uno spazio a ricettacolo per le proprie deiezioni; insomma, quando sente lo stimolo si siede sulla ringhiera, sporge il deretano oltre la stessa, e rilascia l'affaticato sfintere (per capirci: appizza il culo oltre la ringhiera e caga di sotto). Ricordo che questo ameno quadro di everyday life si svolge sul pianerottolo di una clinica chirurgica. Su questo episodio non ho commenti da fare, lascio che siate voialtri a dire qualcosa, perchè per me è semplicemente sconcertante. Lettera Firmata

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