Ciò che è accaduto a Sidney può sembrare un miracolo, ma in realtà è la conferma che l’amore di una mamma e la volontà di vivere di un neonato possono fare la differenza, seppur in casi davvero rari.
Kate è la mamma di due gemellini nati, ormai quasi un anno fa, alla 27sima settimana: mentre la piccola Emily era sopravvissuta alla nascita, il fratellino Jamie era stato dichiarato morto.
La mamma e il papà raccontano di aver preso tra le braccia il corpicino senza vita del figlioletto e di averlo coccolato per due ore, riscaldandolo e sussurrandogli per un tempo infinito, come in un lungo addio, e ricordano come a un certo punto Jamie abbia aperto gli occhi e abbia cominciato a respirare e muoversi. Oggi Jamie ha quasi un anno ed è diventato una vera e propria star in Australia, dove Kate racconta la sua straordinaria storia in tv e sui giornali.
Ma come è stato possibile riportare in vita Jamie? La storia conferma i vantaggi della cosiddetta terapia della “mamma canguro” sui prematuri: il contatto pelle a pelle per un neonato venuto alla luce prematuramente può essere determinante per aumentare le sue chance di sopravvivenza. Secondo gli esperti il nato prematuro ha perduto troppo presto il caldo, rassicurante e silenzioso rifugio dell’utero materno e, al di là dei fattori clinici anch’essi rilevanti, il contatto con la pelle della mamma, l’ascolto del suo cuore e della sua voce, il caldo abbraccio possono giocare un ruolo davvero fondamentale nell’aiutare il piccolo nella sua lotta per la vita.