Domani è il mio compleanno. Sì, non è una notizia da post sul blog e non gliene frega niente a nessuno, ma ovviamente la cosa è relativa: domani è il mio compleanno e io mi farò un regalo. Niente di che, non chissà cosa, semplicemente me la canto e me la festeggio da solo, quasi un brindisi al tempo che passa, in attesa di tempi migliori. E il mio (auto) regalo sarà Providence, di Alan Moore. Bene, se non conoscete Alan Moore ci sono dei problemi alla radice che io di certo non posso risolvere. Ma se non sapete cosa sia Providence ve lo spiego subito: si tratta dell'ultimo fumetto scritto dal bardo, disegnato dall'amico Jacen Burrows e ispirato (e dedicato) al magico mondo di Lovecraft. Insomma, un maxi fumetto horror dedicato/ispirato al lavoro del solitario di Providence (appunto)!
Io ovviamente, lo aspettavo con ansia. Il primo volume italiano è uscito più o meno il mese scorso ma ho dovuto aspettare prima di comprarlo, decidendo di cedere il giorno dell'anniversario della mia nascita. E le aspettative sono a mille. E non vedo l'ora di averlo tra le mani. Chissene se non sarà l'ennesimo capolavoro di Moore, non mi aspetto un nuovo Watchmen o un nuovo V for Vendetta. Soprattutto non mi aspetto chissà che cosa dopo aver letto Neonomicon.
Bene, facciamo un passo indietro e arriviamo all'argomento di oggi, quello vero. Neonomicon, dicevo. Il penultimo lavoro dello scrittore britannico, pubblicato nel 2010 e disegnato sempre dal solito Burrows. Un graphic novel che però non ottenne il successo sperato, letteralmente snobbato da molti fan e fatto a pezzi da chi lo ha letto. Una sorta di delusione dovuta, più che alla qualità dell'opera in se, al fatto che lo stesso Moore aveva ammesso di averla scritta perché "bisognoso di soldi". Non propriamente un'opera su commissione, essendosi dichiarato il bardo da sempre interessato a portare Lovecraft su fumetto, ma scritto perché doveva e non per quell'irrefrenabile bisogno intellettuale/viscerale che lo aveva spinto a scrivere alcuni dei più grandi capolavori del fumetto mondiale.
Neonomicon però, al di là di ogni delusione, non è un fumetto facile da apprezzare. Chi è riuscito ad andare oltre l'idea di un Moore che per mangiare produce anche quando non ne ha voglia, si è sentito spaesato dal modo in cui l'artista ha fatto suo Lovecraft, i suoi temi e
Lo stesso Moore aveva ammesso che il suo intento era quello di dar corpo a ciò che nei racconti di H. P. rimaneva in secondo piano, compresa quella sessualità repressa che lui comunque percepiva. Moore, come al solito, prende qualcosa che già esiste e la rappresenta da una prospettiva diversa, mettendo alla luce quei lati che le ombre ponevano solo in prospettiva. Certo, forse con Neonomicon, cinque anni fa, ha esagerato ma se si legge questo comics non da lovecraftiano puro e duro, allora si rimane sorpresi perché effettivamente Neonomicon è Lovecraft visto da una nuova prospettiva. E può piacere o no ma di certo non si può accusare il bardo di averne tradito l'essenza. Resta comunque un lavoro da prendere con le molle, molto forte (ai limiti dello squallido) ma non gratuito, per alcuni insostenibile ma non fine a se stesso. La dimostrazione che il fumetto può divenire tanto esplicito da far male, non solo agli occhi ma anche alla mente.
Neonomicon fu anticipato anni prima da un breve fumetto, Il Cortile, una miniserie in 2 parti di 48 pagine del 2003 scritta da Anthony Johnston e (al solito) disegnata da Jacen Burrows, un adattamento a fumetti di un racconto di Alan Moore del 1994 che, effettivamente, fa da prequel al lavoro pubblicato sette anni dopo. Un fumetto molto parlato, addirittura contorto, per alcuni persino più bello di Neonomicon. Io l'ho trovato assolutamente interessante e indubbiamente più lovecraftiano. Sia Il Cortile che Neonomicon sono stati pubblicati in Italia nello stesso volume prima dalla Bao Publishing in formato ridotto e poi dalla Panini, che ha pubblicato anche Providence, E io non vedo l'ora di leggerlo. Quando lo avrò fatto ne parlerò qui, magari approfondendo anche l'immenso lavoro di uno dei più grandi scrittori dell'orrore mai esistiti: H. P. Lovecraft.