Il Tihar (Deepawali) , come da noi l’Epifania, si porta via tutte le feste. Quindici giorni di riposo, libagioni, incontri famigliari e sospensione delle tensioni politiche. Nel frattempo nulla è cambiato nella difficile sistemazione dell’assetto istituzionale del paese. Baburam Bhattarai, il maoista buono, continua a girare nei villaggi ospite delle famiglie contadine e non sembra intenzionato a mollare la poltrona come richiesto dalle opposizioni.
Congresso e UML vorrebbero un nuovo governo, un nuovo Primo Ministro (loro) per portare il paese verso le elezioni previste a marzo. Ovvio che in questo modo sarebbero anche loro a gestire prebende e clientele pre-elettorali. In assenza di un organo legislativo (l’Assemblea Costituente è stata sciolta) tutto è nelle mani del governo, come l’approvazione del bilancio dello stato (con relative destinazioni delle spese) . Una situazione che ha dell’incredibile, che ha fatto vociferare di un possibile intervento del Capo dello stato (con l’appoggio delle forze armate) per sbloccarla. Ipotesi impossibile. Più concretamente dal palazzo presidenziale di Shital Niwas arrivano incessanti appelli a giungere a un accordo per chiudere almeno la questione bilancio in modo condiviso e per evitare al Presidente un eventuale rigetto della ordinanza del governo che scatenerebbe un ulteriore conflitto istituzionale.
Le opposizioni, finite le feste, promettono manifestazioni continue. L’impressione è che la classe politica nepalese stia seguendo il modello italiano, gran parole e proclami, pochi fatti, continui mutamenti d’idea, e inciuccio finale. Anche Gianni, stagionato barricadero, ora girato in imprenditore in Nepal s’è un po’ disilluso del Naya (nuovo) Nepal promesso dai rivoluzionari maoisti e preferisce dare un occhiata in giro, nelle antiche tradizioni e storie. E racconta.
E con la Festa delle Luci si conclude l` anno liturgico dell`Induismo, e in effetti atmosfere rurali da fine ciclo annuale con il giusto, appagante riposo. Sullo sfondo le cime Himalaiane biancheggianti a far capolino sulle colline circostanti che annunciano l`inverno alle porte.
Il Deepawali ha origione dalla Dipa, la ciotolina di terracotta riempita d`olio che illuminera` le notti dedicate a Laxmi, Grande Madre Universale, Dea dell`Abbondanza. E` il ringraziamento per il raccolto appena concluso; ora finalmente il riso sta asciugando steso nei mille cortili (una volta anche qui` in citta`), prima di essere insaccato e riposto. Ringraziamento si, ma anche preghiera perche` queste fiammelle, questi mandala disegnati davanti alle porte e queste ghirlande di fiori attirino l`attenzione della Dea illuminandole la strada in queste notti senza luna.
Serate rallegrate da canti e danze infantili (ma anche di adulti), il deusi balo, auguri ai mote` Saujee (grassi padroni) e relativa richiesta del dolce o della monetina, come ricompensa beneaugurante. Notti con qualcosa di magico e di nostalgico, come d`altronde sempre quando si veglia per la Grande Madre . Anche se non mi interesso particolarmente di Religione (ma comunque con molti dubbi a definirmi Ateo) mi vengono in mente le novas novas per l`Epifania logudorese della mia infanzia in Sardegna e, ancora di piu`, la magia ipnotica mista al mistero del Fuoco durante le liturgie Prepasquali del Sabato Santo.
Il ceppo acceso davanti alla chiesa, quando si resta incantati, inconsapevolmente si abbassa la voce e si bisbiglia davanti alle fiamme propiziatorie alimentate dai vignaioli. Oggi la festa e` all`ultimo giorno: dopo la tika (benedizione) al corvo , poi al cane e quindi alla mucca e` il Tihar; il bai Tika, suggello di amicizia e fratellanza tra uomo e donna. E’ la donna a segnare la fronte del fratello o di colui che con questo gesto lo diventera`, dara` lei dei doni che saranno subito contraccambiati . Se non si hanno sorelle, sono lontane o comunque assenti, sara` al tempietto di Rani Pokhari che se ne trovera` una o ci si illudera` malinconicamente di trovarla.