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Nepal: la Cina s’allontana

Creato il 14 dicembre 2011 da Cren

Nepal: la Cina s’allontanaEra tutto pronto per la storica visita di Wen Jiabao (primo ministro cinese) in Nepal, ieri cancellata da Pechino (forse ri-programmata per l’inizio di gennaio). Sarebbe stata una delle rare escursioni del leader cinese e un importante riconoscimento per il governo nepalese che aveva già pronta una bella serie di richieste: US$ 5 miliardi di prestiti per infrastrutture, richieste per l’accesso duty free di prodotti nepalesi al mercato cinese, investimenti per Lumbini, la Ring Road di Kathmandu e un nuovo aeroporto a Pokhara. Richieste sufficienti a desistere dalla visita.

Da Pechino dicono che importanti meeting finanziari impediscono il viaggio, fonti non ufficiali riferiscono che la visita non era fra le priorità cinese e i rischi di tensioni (e ripercussioni internazionali) con la numerosa comunità tibetana di Kathmandu (e i monaci suicidi in Tibet) abbiano consigliato un rinvio. Infine l’annuncio della visita era stata dato, in modo unilaterale dal governo nepalese, fatto che aveva indispettito la Cina.

Il Nepal, nell’ottica cinese, non è priorità. Da sempre, è considerato nell’orbita indiana e le iniziative prese nei decenni passati (costruzioni di strade, vendita di armamenti, finanziamenti) avevano lo scopo di premere e dar fastidio a Delhi. Negli ultimissimi anni sono aumentati gli investimenti privati cinesi in Nepal e il flusso di turisti, ma l’unica vera attenzione è rivolta ai profughi tibetani (oltre 20.000 concentrati a Bodhnath) e ai problemi internazionali e locali che le loro proteste provocano.

L’opposto è per il fragile governo di Bhattarai che, con la visita, avrebbe ricevuto un importante riconoscimento politico e, probabilmente, un po’ di soldi da spendere nell’economia esangue del paese (la rupia ha raggiunto il minimo storico nei confronti del dollaro e perfino dello sfigato euro). Anche per il Primo Ministro Bhattarai personalmente l’incontro con il leader cinese poteva portarlo a una riconferma nel prossimo governo di unità nazionale che si sta preparando con i due maggiori partiti d’opposizione (Congresso e UML).

Strategicamente per i nepalesi, intensificare i rapporti con la Cina riporta ai secoli passati, quando il Nepal prosperava grazie alla sua posizione strategica e ai balzelli sui commerci fra Cina ed India. Infatti, dopo aver stipulato nelle scorse settimane due accordi con l’India Bilateral Investment Promotion and Protection Agreement (BIPPA) e Double Taxation Avoidance Agreements (DTAA), il governo nepalese spera di coinvolgere la Cina nello sviluppo di una serie d’infrastrutture dirette a muovere merci da nord a sud. Già si stanno costruendo da occidente ad oriente diverse strade verso l’Himalaya: Simikot-Hilsa, a Lamagar e la Mid-Hill Highway. Si chiede ai cinesi di finanziare dei porti franchi ai confini settentrionali a Yari-Pulam, Rasuwa-Jilong, Kodari (Tatopani)-Zangmu(Khasha) e Olangchug Gola-Riwu e di costruire (se ne parla da anni) una ferrovia lungo la Kodari Road.

Purtroppo, però, i 65 miliardi di dollari (dai 3 del 2000) d’interscambio fra Cina ed India passano da altre parti. Nel 2010 i due giganti asiatici si posero come obiettivo di raggiungere, entro 5 anni, un volume d’interscambio di 100 miliardi, rafforzando il ruolo della Cina come primo partner commerciale dell’India. Il Nepal a causa dell’instabilità politica e della ristrettezza del mercato è, apparso, fino ad ora marginalizzato dallo sviluppo enorme delle economie asiatiche. Le battaglie commerciali ( e le opportunità) fra i due giganti sono in Birmania, Indonesia e in Africa.



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