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Nepal: si affittano uteri

Creato il 13 agosto 2015 da Cren

maternità surrogata

Passato il business delle adozioni (vedi posts), adesso c’è chi si butta su quello dell’utero in affitto (GPA, maternità surrogata). Vietata in India e Thalandia, Kathmandu sta diventando il centro per asiatici e occidentali. Qui, anche in questo campo, non ci sono regole.

Come per le adozioni è già nata una rete di “agenti” che propone soluzioni “tutto compreso”: casa, albergo, sauna per i riceventi, con convenzioni e ricarichi sui principali hotels (stessa cosa era accaduta per le adozioni); è il “fertility Tourism”. Mentre le donatrici sono custodite in case controllate e in condizioni più essenziali. L’utero in affitto costa a un occidentale o indiano fra euro 40.000 fno a euro 80.000. La donatrice riceve al massimo euro 7.000. Questi sono gli attuali prezzi mercato.

La cosa è diventata pubblica quando, alla fine di aprile (poco dopo il terremoto) è arrivato a Kathmandu un aereo pieno di madri potenziali. Il servizio si è presto allargato a “single, gay, married or not”. Nei siti web, la futura mamma può rilassasi, farsi una sauna, godere dei “excellent food, premium bar, local entertainment”.

L’amico e dottor Dhungana, lavora per il Dhulikel Hospital (ospedale comunitario e fra le più serie ed efficienti realtà mediche nepalesi) e racconta che malgrado questa pratica sia in uso anche in molti ospedali non vi sono autorizzazioni specifiche da parte del MoHP (ministero della salute). Ciò è confermato dal ministero il cui portavoce dice “the Gov. Had asked to formulate a policy on surrogacy but we have not even formed a panel for this”. Stessa situazione era per le adozioni: liberi tutti.


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