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Nepal, terremoto: divinità senza casa

Creato il 05 maggio 2015 da Cren

Nepal, terremoto: divinità senza  casa
Oltre 1000 ingegneri della Nepal Engineers Association stanno valutando la situazione del patrimonio urbanistico di Kathmandu.
Su un totale di circa 600.000 abitazioni nella Valle di Kathmandu, risultano messe male fra il 30 e il 40% delle abitazioni, di cui il 10-15% sono inabitabili; la media di abitanti è di 5 persone per abitazione. A Kavre su un totale di circa 75.000 abitazioni, si stima che oltre 10.000 siano da rifare; nel Timal circa 700; a Sindupalchok oltre 20.000; in tutto il Nepal colpito dal terremoto si stimano in almeno 300.000 gravemente danneggiati o distrutte. Difficile è capire come faranno milioni di persone ad affrontare il prossimo monsone, farsi da mangiare, riprendere le attività. Kathmandu e i villaggi saranno per tanto tempo grosse tendopoli.
Per ricostruire tutto servono, secondo le prime stime, da 5 ai 7 miliardi di dollari.
Si inizia anche a valutare il danno sul patrimonio artistico che, oltre essere parte della vita quotidiana di molti nepalesi, della loro fede e tradizioni, è anche un importante volano per il turismo(e attività connesse) che rappresenta il 10% del PIL. Giovani archeologi e volontari fotografano i siti danneggiati per preparare la ricostruzione.
Si stanno muovendo anche i privati come per la Dhahara, l'antica torre bianca spezzata dal sisma (come già accadde nel grande terremoto del 1934) e diventata negli ultimi anni il punto di ritrovo degli innamorati e delle famiglie e, perciò, tragica causa della morte di oltre 60 persone. Qui c'è un impegno di un industria metallurgica per rimetterla a posto. L'UNESCO (ancora fermo nella valutazione dei danni) segnala sette "patrimoni dell'umanità: Durbar Square ad Hanuman Dhoka (Kathmandu), Patan and Bhaktapur, gli stupa buddhisti di Swayambhu and Boudhnath, i templi induisti di Pashupati e Changu Narayan.
Di questi almeno una sessantina sono distrutti. Hanno resistito, come nel 1934, le magnifiche pagode del Nyatapola (Bakthapur)e del Taleju (Patan) e l'intricato shikkhara in pietra del Krishna Mandir (Patan). I grandi stupa hanno subito danni sopportabili; i monaci hanno messo in salvo le antiche statue e i libri e stanno spostando le rovine. A Boudha monaci e suore stanno anche lavorando per portare cibo, tende e medicine ai terremotati. A Pashupatinath (quasi intatta) si bruciano incessantemente i defunti.
Ma ci sono centinaia di templi e chatya (piccoli stupa), monasteri (bahal), stupa sparsi fra le strade della città e nei villaggi. Nella Valle: Bungamati (le pagode dedicate a Machendranath), Sankhu (il tempio tantrico di Vajra Yogini), Dakshinkali, i templi di Vinayak sulle colline, i monasteri newari del centro di Kathmandu, a Teku Patan e Bakthapur, i bianchi palazzi dei ex-sovrani Rana, le vecchie case dalle finestre di legno, la sacra piscina di Rani Pokhari (danneggiata). Un patrimonio infinito, soffocato negli ultimi decenni dalle nuove costruzioni (solo nel 2014 sono state costruite oltre 2800 abitazioni), ma ancora sede di preghiere e offerte.
Pahupatinath dove ora, incessantemente, si bruciano i cadaveri dei defunti ha resistito così come gli stupa di Bodhnath e Swayambhu (qui danni ai templi e ai chaitya (piccoli stupa) nel piazzale e ai monastrei che cingono la collina. Quasi intatto Kirtipur.
Le Piazze del Durbar (governo) di Patan e Kathmandu hanno subito i danni più rilevanti. A Patan sono crollate le pagode Hari Shanker e Uma Maheswar, seppellendo una ventina di persone, che dormivano sui gradoni. Danni all'antico Palazzo Reale e a tanti Bahal (monasteri buddhisti newari) che riempono la città. A Kathmandu la Piazza è distrutta: crollata la pagoda imponente dedicata a Shiva e il Trailoka Mohan di Vishnu(entrambi risalenti al 1690); a pezzi il Gaddi Baitak (parte dell'antico Palazzo Reale)e la torre di legno vicina. I piccoli templi di Shiva davanti alla porta di Hanuman. Infine a terra il Kastmandap, non da molto restaurato e simbolo della capitale. L'importante pagoda di Taleju e la casa della Kumari hanno resistito con qualche danno,
Danni rilevanti anche nell'antica Bakthapur (oltre 200 morti), restaurata alla fine degli anni '70 dai tedeschi, si sono persi cortili del Palazzo reale, il Vatsala Durga e altri nel chowk(piazzale del Palazzo). Hanno resistito, con qualche danno, le pagode principali di Changu Narayana (complesso dedicato a Vishnu da oltre 1600 anni), appollaiate su una collina non distante da Bakthapur) hanno resistito con qualche danno. Distrutta l'entrata e gran parte delle antiche case del villaggio che accompagnava ai templi.
Bungamati e le pagode di Machendranath, il cui carro parte ogni anno dalla cittadina per salutare il monsone, sono totalmente distrutte. Le vecchie case di Sankhu in macerie, il potente tempio tantrico di Vajra Yogini ha resistito con danni alle strutture esterne e crepe nella pagoda principale.
In tutti questi posti, braccie di divinita, teste di elefanti, Garuda di pietra e metallo spuntano dalle rovine di mattoni e legno antico. La gente sta ripulendo, mettendo in salvo divinità e antiche sculture, la polizia sorvegia per evitare furti. Bisogna lavorare con attenzione, evitare l'uso dei bulldozer, raccogliere i pezzi per ricostruire mi dice l'amico Amatya, ingegnere della Tribhuvan University.
C'è da dire che molti dei templi, in Nepal, sono caduti giù anche nell'ultimo grande terremoto nel 1934 e furono ricostruiti. Alcuni come il Kalmochan (ora caduto) non fu ricostruito con i tetti a pagoda (stile newari) ma con il cupolone bianco moghul. Ci vorrà tanto tempo, denaro e passione.


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