L’aprile è appena iniziato e solo ora mi sono degnato di scrivere due righe a proposito. Purtroppo ero molto indaffarato e quindi non potevo fisicamente scrivere e nemmeno pensare a qualcosa di intelligente. In verità ero occupato a sperperare il denaro ricavato dagli ultimi articoli; alcool, droga, donne, potere, videogiochi. Insomma, quel genere di roba che si sogna ogni videogiocatore. Partiamo però con l’editoriale, che parlerà di questo strano mondo chiamato: IL RETROGAMING e la storia.
I più piccini sicuramente non ameranno questo passatempo (che per qualcuno è diventato quasi come una religione), ma coloro che hanno più di 20 anni ora avranno la mente piena di ricordi. Proprio queste persone sono coloro che continuano a mandare avanti la passione per il retro e di tramandarla ai più giovani.
Diciamo che principalmente un appassionato di videogiochi dovrebbe conoscere anche i giochi retro, perché si tratta della storia. La storia della nostra passione (hobby, lavoro) e quindi conoscere tutte le basi, i pilastri, che compongono il mondo dei poligoni digitali è di vitale importanza. Ho incontrato alcuni appassionati che non conoscono Ken Kutaragi o che non conoscono i fatti riguardanti la crisi dell’industria videoludica del 1983, ma si dichiarano degli esperti, hardcore, pro, scienziati, ingegneri, programmatori, designers ecc… Ovviamente le ultime cose inserite sono lì giusto per ridere; ridere per non piangere. Ho incontrato persone (anche se alcuni assomigliavano a me per via dei peli) che pensavano e pensano che Nintendo sia un marchio per i bambini, ma poi tornano a casa e giocano al loro fps di turno che come trama ha il minestrone raffreddato. Insomma avete capito.
Mentre ero a una festa di compleanno e bevevo tranquillamente la mia birra sentii parlare due ragazzi di console e della storia videoludica. Premetto che ero alla festa solo perché il compleanno era di una gattina che risveglia in me tutto il risvegliabile. Comunque, tornando ai fatti videoludici, i due discutevano sui videogiochi con un savoir-fair in modo da coinvolgere anche altre persone attorno. In men che non si dica una decina di persone discuteva animatamente sulla storia videoludica, trattando la PS1 come il precursore dei veri videogiochi, quelli per hardcore, quelli per i veri duri e puri. Hanno parlato dell’ascesa al potere di Xbox come del vero e unico rivale della console Sony, senza considerare Nintendo in primis e tutta la storia che viene prima degli anni 90. Purtroppo questo degrado è dovuto alla grande ignoranza del popolo supermegafigapowa che si credere supermegafigapowa realmente. Qualcuno del gruppo ha infatti nominato il marchio Nintendo, ma solo per dire che si tratta di un marchio per i bambini, che fa console per i bambini con dei giochi per gli infanti.
Fortunatamente a me non fregava niente dei loro discorsi, ma un confronto con loro sarebbe stato impossibile visto il numero delle persone. Ognuno avrebbe detto qualcosa e io non avrei capito niente delle loro parole, tutte mischiate in un solo coro.
Ogni videogiocatore che ama questa passione ha l’obbligo morale di andare a leggersi la storia delle console, dei suoi personaggi, delle console e dei giochi più rilevanti. Senza queste basi non può esistere una conversazione, ma solo il fanboyismo vero e proprio.
Sì, questo Nerd Cat Magazine era breve e sottotono, ma ad aprile ci sarà un secondo editoriale del sottoscritto, che compenserà la mancanza di quello di marzo. Quindi attendete fiduciosi.