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NERO DI MARTE, Derivae

Creato il 05 novembre 2014 da The New Noise @TheNewNoiseIt

NDM

A distanza di un solo anno dal loro primo album fanno ritorno i Nero Di Marte con un lavoro nuovo di zecca, prodotto ancora una volta da Prosthetic, l’etichetta che per prima ha intuito il loro potenziale e li ha poi proposti alla scena internazionale. Derivae segue lo split con i Void Of Sleep pubblicato in maniera indipendente durante l’estate, i cui proventi sono stati utilizzati per aiutare entrambe le band a riprendersi dal furto della loro strumentazione (potete, a questo proposito, leggere il nostro report). Derivae, soprattutto, si presenta con un songwriting avanzato in maniera non indifferente rispetto al suo predecessore e ci mostra un gruppo in ottima forma, capace di passare da momenti di sospensione a situazioni più robuste e scattanti senza risultare forzato nei suoi meccanismi, rimanendo ovviamente sempre focalizzato sulle dinamiche progressive metal che lo caratterizzano fin dalle ultime battute a nome Murder Therapy. Continua quel processo di ridimensionamento delle situazioni più estreme, iniziato nel primo disco, che va a sommergere gli influssi death ereditati dalla vecchia formazione e porta di conseguenza la band verso un suono profondo, ma privo di una certa visceralità, impostato su toni maggiormente calcolati ed „espansi“. Qui la cattiveria sopravvive giusto nei momenti vocali più grevi e nel riffing corposo, per il resto si assiste a qualcosa che intende superare quanto già fatto ricorrendo a sistemi articolati la cui ricezione non sempre è immediata. I brani scivolano senza tanti problemi, anche se talvolta la voce pare vagamente trascinata, sintomo forse di qualche difficoltà d’esecuzione, ma si tratta di una cosa sporadica che non indebolisce affatto il risultato finale. La formula rimane comunque più o meno la stessa, con le dovute eccezioni legate al naturale evolversi delle cose, e va riconosciuto ai Nero di Marte il merito di essersi ritagliati all’estero uno spazio importante che gli permette oltretutto di portare visibilità al metal made in Italy come non accadeva da qualche tempo a questa parte.

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