Chiamami a quella tua ora,
che ti resiste incessante,
vicina supplica come il muso di un cane,
ma sempre di nuovo si distoglie,
quando alla fine pensi di afferrarla.
Quello che si sottrae è più tuo.
Siamo liberi. Ci congedarono là
dove prima credevamo di essere accolti.
Timorosi desideriamo un sostegno,
noi talvolta troppo giovani per l'antico
e troppo vecchi per ciò che non è mai stato.
Giusti soltanto, tuttavia celebriamo,
perchè, ahimè, siamo il ramo e l'ascia
e la dolcezza del periodo che matura.
(R.M.Rilke)