Dopo Animal Crossing, un nuovo simulatore di vita portatile targato Nintendo
Il recente successo di Animal Crossing: New Leaf deve aver convinto Nintendo a scommettere sui life simulator, casomai non fossero bastati le vendite di tutti i The Sims pubblicati nel corso degli ultimi anni.
Tomodachi Life farà capolino sui nostri scaffali il prossimo 6 giugno, a più di un anno di distanza dalla release nel paese del Sol Levante, e Nintendo si auspica che riesca ad avere lo stesso, clamoroso successo riscosso in patria: parliamo di più di quattrocentomila copie vendute soltanto nella prima settimana di lancio e di quasi due milioni nell'arco di sei mesi. È un po' difficile da credere, dato che i life simulator sono da sempre titoli abbastanza di nicchia, ma la serie Tomodachi - iniziata nel 2009 con Tomodachi Collection per Nintendo DS - sembra avere un fascino tutto suo, e così ci siamo imbarcati in questa nuova avventura per saperne di più. In principio, era un'isola deserta...La vita è un Miiverse
Benvenuti all'Isola Colli, dove chi scrive ha fatto traslocare la sua intera famiglia e il suo migliore amico, occupando il primo piano di un condominio che ospita ventiquattro appartamenti, unico edificio su una zolla di terra in mezzo al mare. Sembra quasi l'inizio di un racconto giallo, tipo Dieci Piccoli Indiani, ma fortunatamente qui non muore nessuno e i primi passi sono invece più creativi: il giocatore è invitato a scegliere non solo il nome dell'isola e a popolarla di Mii - creati sul momento o importati dal centro di creazione - ma anche alcune caratteristiche sociali di quest'ultimi agendo su una serie di slider che determinano quanto sono schietti, allegri, seri e così via.
Alla fine, il gioco calcola per ciascun Mii un carattere che, a nostro dire, assomiglia in modo impressionante a quello delle loro controparti reali. Ricostruito il nucleo famigliare sull'isoletta, Tomodachi Life inizia davvero prendendoci per mano e spiegandoci, passo dopo passo, quello che possiamo fare. Il che, a dire il vero, non è poi molto: dapprincipio dovremo limitarci a osservare i nostri Mii che trascorrono il tempo rotolandosi sui pavimenti, facendo ginnastica o ballando, ben attenti ai balloon che indicheranno le loro necessità. Una delle più basilari è la fame: ecco che sull'isola appare magicamente un ristorante presso cui potremo comprare vari tipi di cibo e offrirli ai Mii. Non a tutti piacciono le stesse cose, perciò dovremo sperimentare - senza ingozzarli, attenzione! - e scoprire quali sono le pietanze preferite di quei piccoletti. Soddisfacendo le necessità di Mii otterremo delle piccole ricompense e, al contempo, incrementeremo il suo livello di felicità, un po' come l'esperienza in un RPG; ad ogni nuovo level up potremo scegliere cose regalare al Mii, magari arredandogli la stanza o insegnandogli a cantare. Le nostre prime interazioni con i Mii sbloccano ben presto varie location in giro per l'isola: si comincia con il suddetto ristorante per passare poi al negozio di indumenti, a quello dei cappelli, al municipio, alla bacheca comunale e via dicendo. La mappa dell'isola ci indica i punti in cui potrebbe sorgere un nuovo servizio, suggerendoci anche le condizioni da soddisfare: basta leggere questi piccoli consigli per capire che Tomodachi Life non è poi così banale come sembra. Tomodachi Life - Trailer di presentazioneFollia pura
Uno dei parametri che dovremo scegliere in fase di creazione/importazione dei vari Mii è quello della voce: il gioco ci propone tre paia di voci diverse, maschili e femminili, che potremo alterare ulteriormente in modo che soddisfino i nostri gusti. Il sintetizzatore vocale svolge un buon lavoro nella riproduzione delle varie frasi e dei nomi dei nostri Mii, con poche incertezze; i personaggini in questione, poi, hanno parecchio da dire, anche se già nelle prime orette di gioco ci è sembrato che il campionario di frasi non sia poi vastissimo.
In ogni caso, è proprio l'interazione tra gli abitanti dell'isola a stimolare la curiosità del giocatore: proprio come in Animal Crossing, i personaggi si visitano a vicenda o trascorrono il tempo insieme nei loro appartamenti o in spiaggia, magari nella piazzetta centrale sfidandosi ad alcuni giochi di società, e noi possiamo osservarli e persino aiutarli a fare amicizia o a litigare. Un Mii potrebbe esprimere il desiderio di conoscerne meglio un altro, e noi potremmo dargli un suggerimento che potrebbe cambiare drasticamente il modo in cui i due si relazioneranno in futuro. Già il tutorial sottolinea ampiamente la possibilità che alcuni Mii addirittura si innamorino, si sposino e abbiano dei bebè che cresceranno sotto i nostri occhi tra le loro piccole mura domestiche. Questo spaccato di vita simulata si differenzia da quello pseudo-realistico che offrirebbe un The Sims o da quello fantasioso di Animal Crossing grazie ai tantissimi momenti di pura follia che contraddistinguono le interazioni tra noi e i Mii. Non di rado ci capiterà di poter entrare nei loro sogni mentre dormono e spiare delle scenette oniriche senza capo né coda che ci ricordano che Tomodachi Life, alla fin fine, è proprio un gioco giapponese. Per non parlare poi di feature come la Sala Concerti, dove i Mii possono esibirsi in assurdi balletti personalizzati, cantando canzoni che possiamo anche modificare con poche pressioni sul touch screen: si gioca tutto col pennino e la maggior parte dei mini-giochi e dei menu sono stati congegnati nel modo più semplice e intuitivo possibile. Per quanto Tomodachi Life possa apparire limitato, con la sua mappa fissa suddivisa in location isolate, è pur vero che ci è apparso estremamente pratico e veloce da giocare: se un Mii vuole mangiare, basta agire su un'icona per comprare subito il cibo senza dover cambiare almeno tre o quattro schermate per uscire dal condominio e aprire l'interfaccia del ristorante. Dopo aver passato qualche ora sull'isola Colli, abbiamo cominciato a capire come mai Tomodachi Life abbia avuto tanto successo in Giappone: certo, in quanto life simulator è un cavallo che si vede a lunga corsa - non a caso Nintendo ha distribuito i codici review con largo anticipo rispetto alla release di giugno - ma il suo interessante mix di minigame, follia tutta nipponica e feature social ha decisamente catturato la nostra attenzione.