La storia che è narrata in questo libro è in grado di risvegliare quei sentimenti che spesso, anche senza volerlo, siamo costretti a seppellire dentro di noi. Ritornare agli anni nei quali non esistevano i cellulari, dove non vi era l’uso diffuso di internet e il supporto di siti quali Youtube e Facebook, fa rivivere la semplicità dei mezzi di comunicazione di quarant’anni fa. Ed è interessante scoprire come, anche se senza mezzi globali, quei giovani sono stati in grado di dimostrare una coesione completa, una forza e un’unione che sono rimaste proprie di quell’ epoca. Leggendo le pagine del libro, si vive insieme a loro, alla generazione del ’68, che è stata capace di creare un terremoto dopo il quale niente è stato più come prima. Si scopre che, con la stessa passione, quella generazione è stata capace di amare senza limiti e confini ed è stata la generazione che ha saputo bere il vero nettare della libertà. Tutto nella narrazione rivive, I contestatori, I capelloni, gli hippies, le femministe e l’amore libero, i Beatles di Abbey Road, Woodstock e la musica, tanta musica della quale spesso parla l’autrice, che sarebbe ottimale ascoltare durante la lettura del romanzo.
La forza descrittiva dell’autrice, fa sì che il lettore venga preso letteralmente per mano e che si immedesimi nel personaggio principale del racconto, viva i suoi ricordi e in alcuni momenti può accadere anche che venga sopraffatto dalla sua stessa nostalgia.
Nel racconto viene ben descritta l’altra faccia dei ragazzi del ’68, la parte di loro che voleva ridere e scherzare, “giocare”, come dice la stessa autrice e che, anche per l’azione strumentale esercitata su di essi, viene strappata alla spensieratezza e all’ ilarità e infine alla vita stessa. Proprio in quegli anni, infatti, accade un fatto criminoso a cui non è mai stato dato un colpevole e che ha segnato per sempre la vita dei personaggi della storia.
Piace scivolare anche nel clima di un intrigato thriller, ricco di colpi di scena. Non sfugge poi la teatralità dell’opera, che può tradursi in immagini. Descrizioni e dialoghi, infatti, rendono la storia un continuo avvicendarsi di effetti scenografici, che risvegliano nel lettore un immaginario “filmo grafico”.
Quindi se ne raccomanda la lettura. Chi ha fatto parte della generazione del ’68 ritroverà il sapore delle passioni politiche e tornerà a vivere nella Roma dell’epoca, meravigliosa nelle sue contraddizioni. Chi non ha vissuto allora la propria gioventù, ma ne ha sentito solo parlare, potrà immergersi in una sorprendente realtà dalle mille, indimenticabili sfaccettature. Infine chi desidera vivere l’ebbrezza di sentimenti profondi come l’amore, la felicità e la nostalgia o che desideri vivere emozioni e suspense carico di adrenalina potrà trovarli nelle pagine del racconto.
Titolo: Nessun segno sulla neve
Autore: Daniela Alibrandi
ISBN: 978-88-96169-04-9
pp: 224
Editore: Laboratorio Gutenberg
Vai alla scheda del libro: http://www.laboratoriogutenberg.it/Collane/Neve.html