Non scrivo della patente da un paio di settimane. No, non l’ho ancora presa. No, non ho ancora imparato a guidare. Sì, guido sempre di merda e faccio schifo al cazzo. Ho un po’ parlato delle guide su twitter utilizzando termini estremamente enfatici come AGONIA, PENA, SOFFERENZA, che riproducono in modo sintetico ma efficace come mi sento dopo una guida. Mi sono un po’ piantata, diciamolo, non sto imparando più niente, non miglioro, al limite peggioro. Sandi, povero, si impegna, mi incoraggia, ma se guidasse lui al mio posto sarebbe meglio. Credo di avergli quasi proposto di corrompere l’ingegnere della motorizzazione, ma ho ricordi un po’ confusi perché stavo parcheggiando e quando parcheggio non ci sto tanto con la testa. E comunque probabilmente se avessi comprato la patente avrei complessivamente speso meno. Tanto mica ti chiedono se guidi o se sai guidare, a me interessa rispondere Sì all’unica domanda che fanno, cioè Allora, l’hai presa la patente? e tanti saluti. Siccome non ho ben in testa cosa scrivere procederò per punti, ché tanto è inutile sperare di collegare tutto il marasma che avrei da scrivere.
Passeggera
Ho scoperto che odio, ODIO, O-D-I-O
ODIO
fare da passeggera quando qualcun altro guida. Purtroppo è un’eventualità che si presenta spesso e non posso farci niente se non pazientare. Intanto lo odio perché non mi fido. Ok che c’è Sandi, ok che sono tutti migliori di me anche se hanno iniziato a guidare l’altro ieri, ma io non mi fido e basta. Poi perché dietro io sono più me stessa che non davanti. Questo è un discorso senza senso, me ne rendo conto, ma siccome siamo qua tanto vale che lo faccia. Quando guido sono talmente presa dall’ansia, dall’angoscia e dalla paura (sì no perché guidare è COSÌ BELLO E RILASSANTE, GIUSTO? La voglia di mandare affanculo chi approva questa linea di pensiero diventa di giorno in giorno sempre più pressante) che parlo a caso, balbetto, a volte straparlo pure, e paradossalmente sembro quasi una persona normale. Quando sono dietro, con il fatto che non devo guidare, sono ansiosa e angosciata normalmente, come lo sono sempre, e quindi sono io, quella che non parla, che risponde a monosillabi e che intanto scrive su twitter della guida appena fatta e/o di chi sta guidando in quel momento. Sandi non ha capito questa cosa e i risultati sono che lui parla, mi coinvolge, io gli rispondo Mh sì ok mh e lui pensa che io ce l’abbia con lui. Sandi, no, io non ce l’ho con nessuno, io sono proprio così, in pubblico. La cosa divertente è che Sandi mi usa per spaventare il guidatore (Se non guidi bene Darcy ti picchia eh!). Sì, molto divertente. Un grande boost all’autostima. I guidatori generalmente capiscono che lui scherza e ridono, io non rido perché non c’è un cazzo da ridere ma ok, è normale, se fossi una persona e non Jabba the Hutt anche io userei Jabba the Hutt per spaventare il prossimo. Tutti capiscono tranne un indiano che non sa l’italiano, cioè lo guardi, gli parli, lui annuisce ma tu sai che non ha capito un cazzo o quasi. Ecco, lui è terrorizzato da me. Quando mi passa a prendere e guida lui gli leggo proprio l’orrore negli occhi. No ma a parte questo alla grande. Massimo disagio quando guidano delle ragazzine giovani e belle perché loro sì le ucciderei ma per altri motivi, non perché sanno già guidare meglio di me. Anche un bonobo zoppo saprebbe guidare meglio di me.
Fiducia
Ho scritto sopra che non mi fido dei fogliorosisti. Ho scoperto con orrore e raccapriccio che non mi fido neanche di Sandi. Non al 100%. Ok, bisogna fare un distinguo. Di Sandi non mi fido assolutamente per quanto riguarda complimenti o valutazioni positive. Ma non è colpa di Sandi, io non mi fido di nessuno. Non credo alle belle parole, ai giudizi positivi, non credo al disinteresse nei rapporti interpersonali. Per dire, due sere fa, dopo una guida tremenda soprattutto dal punto di vista del morale, arrivata a casa ero veramente a terra e non ho parlato a Sandi per 20 minuti buoni, Sandi mi scrive su whattsapp per sapere se mi ero ripresa. Che carino e che gentile e che premuroso, direte voi, no? Sì immagino che per una persona normale lo sia. Io semplicemente penso che l’abbia fatto perché ha capito di avere a che fare con una squilibrata con carenze d’affetto e che quindi bisogna fare così per tenersi la cliente. Quindi io non mi fido. Però credevo di fidarmi di lui dal punto di vista “pratico”, al volante, se lui dice che nel fare il parcheggio ci sto vuol dire che ci sto. No. Se io penso di non starci non mi fido. Non mi muovo. Ha dovuto parcheggiarmela lui per dimostrarmi che ci stavo abbondantemente. E questo è un po’ un grosso guaio.
Memoria
Altro grosso guaio. Non so se lo sapete ma io tra poco compio 93 anni. Non sono pochi. Con l’età che avanza la memoria scazza. La mia ha iniziato a scazzare dall’età di 60/66 anni, ma adesso è proprio messa male male male. In particolare ho una memoria selettiva che seleziona a cazzo di cane. Io mi ricordo tutti i dettagli più insignificanti e inutili ma non mi ricordo le cose importanti. Esempio. Ai primi di febbraio Sandi mi fa vedere la foto di una bambina, la figlia di un suo amico all’epoca nata da pochi giorni. Ecco, me ne ha “parlato” quel giorno lì e poi basta. D’altronde, sticazzi della figlia del suo amico, no? Io però mi ricordo il nome della bambina, il nome dei genitori, la data di nascita e anche il colore della copertina (questa è facile, era rosa per ovvi motivi). Sapete quante inversioni di marcia ho provato a fare? No, non lo sapete perché non lo so nemmeno io ché ho perso il conto. Io non so fare l’inversione di marcia perché non mi ricordo come si fa. Non mi ricordo. Ho anche letto alcune guide su internet e non me le ricordo. Mi ricordo i cognomi degli altri che fanno le guide in questo periodo perché quando mi prenota sull’agenda sbircio e vedo gli altri impegni. Ma non mi ricordo come si fa a parcheggiare nei posteggi quelli a pettine. Un altro problema legato alla memoria è che io guido a memoria. So come affrontare certi incroci non perché io so che in quella tipologia di incrocio bisogna fare così, ma perché ho già fatto e rifatto quel preciso incrocio lì e quindi ho memorizzato come si fa. Se tu quell’incrocio lì me lo trasli di 10km io non so più farlo. Stessa cosa per le partenze in salita. O per i semafori.
Occhio
Non ho occhio. C’è altro da aggiungere? Non so stimare le distanze, non individuo mai la giusta posizione all’interno della mia corsia, quando sorpasso qualche ciclista (macchine non mi azzardo, per l’unico scooter che ho sorpassato c’ha pensato Sandi perché io non volevo) o gli faccio il pelo oppure gli sto troppo lontana. Sandi dice che è questione di esperienza. Peccato che non ne farò mai di esperienza. Per il momento non ho ucciso nessuno.
Velocità
L’avevo già scritto, uno degli inviti più pressanti di Sandi è quello di accelerare. Ok andare piano quando si deve, ok rispettare i limiti, ma ci sono delle situazioni dove bisogna dare gas e dove non bisogna andare ai 50 all’ora. Stranamente mi trovo in difficoltà anche in questo caso. Se fosse per me la quinta non esisterebbe. Potrebbero toglierla dal Pandino, io non metto mai in quinta di mia spontanea volontà, fino alla quarta sì, in quinta deve essere Sandi a dirmelo e ad insistere. Oltre gli 80 non vado, mai. Anche quando c’è il limite dei 90 e tutti vanno ai 100 e passa, io sono quella che va agli 80 e si fa sorpassare dai camion. Non ho ancora capito quando e come e dove devo accelerare dopo una curva ma no problem perché tanto non accelero e sento il Pandino morire dentro e fuori. Sorpassare, già l’ho scritto sopra, non se ne parla. A volte però mi tocca, magari quando c’è una macchina ferma: ecco, lì ci pensa Sandi perché io ho i tempi di reazione di un bradipo e non mi verrebbe mai in mente di andare più forte. Sandi mi dice che ci vogliono prontezza di riflessi e elasticità mentale, come se fossero doti che tutti hanno e che maieuticamente vanno tirate fuori. No Sandi, tesoro mio, non funziona così. Io sono mentalmente anelastica. Io ho i miei schemi, sono rigida, sono incompatibile con la guida. La conclusione a cui sono giunta.
Direi che ho finito. Sandi dice che vuole fissare l’esame per metà aprile. A me non importa. Come ho scritto altre volte, io non ho fretta perché dopo non guiderò più quindi non mi cambia nulla farlo a metà aprile o a metà maggio. Che decida lui. Dopo che verrò bocciata la prima volta vedrò se tentare la seconda che mi spetta di diritto oppure direttamente lasciar perdere e chiuderla qua. Sandi è ottimista e positivo e con lui questi discorsi non posso farli. Anacleto idem. Quindi il blog. Pat pat al blog, poverino pure lui.