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"No, signore".
"Ha detto che se l'Inferno e l'Arizona fossero suoi vivrebbe all'inferno e affitterebbe l'Arizona".
"Ah, ah, signore, se non sbaglio si riferiva al Texas".
"Può darsi, ma alludeva all'Arizona".
"Si, signore".
Il western di Aldrich è uno di quelli che non fa sconti a nessuno, con l'epica del vecchio west e la sua visione romantica alle spalle, quello che rimane sono lo sporco e la polvere del deserto mischiati alle lordure poco edificanti dell'animo umano, sia che questo appartenga alle tanto decantate giacche blu sia che appartenga all'ultimo degli Apache.
In mezzo alle crudeltà di cui sono capaci soldati e indiani, trova il suo posto una di quelle figure giuste che spesso solo il western riesce a proporre, lo scout McIntosh interpretato in maniera superba da un ormai attempato Burt Lancaster. Sulle tracce di un manipolo di Apache fuggiti dalla riserva, lo scout, insieme a un drappello di soldati comandati dal giovane tenente DeBuin (Bruce Davison), si adopera per fermare le scorrerie di Ulzana (Joaquin Martinez) prima che siano gli indifesi coloni dell'Arizona a pagarne le conseguenze. Con McIntosh anche l'indiano Ke-Ni-Tay (Jorge Luke), prezioso conoscitore di Apache e territorio.
La difficile caccia al capo indiano sarà occasione di crescita per il tenente DeBuin, figlio di un predicatore e inizialmente incline a una visione solidale del nemico. Ma di fronte alla crudeltà degli Apache e in seguito di quella dei suoi stessi uomini, il giovane tenente capirà di non potere trovare le risposte ai suoi numerosi interrogativi negli insegnamenti avuti dal genitore. Per bocca dello stesso indiano Ke-Ni-Tay imparerà che la crudeltà è insita nella natura Apache e affonda nelle loro credenze e da McIntosh che odiarli sarebbe come odiare il deserto perché non c'è acqua.
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La visione del regista rifiuta l'ormai sorpassato assunto del pellerossa unico cattivo e del soldato giusto tutto d'un pezzo andando a infilarsi nel filone revisionista dell'epica western, grazie a figure difficilmente etichettabili come quelle di Ulzana e Ke-Ni-Tay ma anche a quelle di diversi soldati agli ordini di DeBuin, personaggio che tra dubbi e ripensamenti tenterà fino alla fine di tener fede ai suoi principi morali.
La fotografia degli spazi aperti dell'Arizona restituisce un immagine significante del racconto, presentando un paesaggio sporco e polveroso, come spesso lo sono gli stessi protagonisti. Nel cast trovano posto interpretazioni davvero riuscite in grado di far girare la narrazione in maniera sempre efficace.
Purtroppo da molto pubblico il western viene ormai considerato un genere sorpassato, mentalità che ci preclude probabilmente la visione di un maggior numero di pellicole moderne dedicate al mito della frontiera, sarebbe bello non dover aspettare solo Tarantino per ridare linfa al genere ma poter contare su registi giovani con una visione anche più classica del western ma pronti a sporcarsi le mani con la materia.
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