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Nessuno la può giudicare

Creato il 19 luglio 2011 da Ciro_pastore
Fenomenologia della Signorina SilvaniNel lontano 1961, Umberto Eco – famoso semiologo e romanziere – scrisse un mirabile saggio (contenuto in Diario minimo) che stupì i cattedratici dell’epoca: Fenomenologia di Mike Bongiorno. Partendo da un’acuta analisi sociologica, Eco indica i motivi del successo di un personaggio televisivo come Bongiorno che si contraddistingueva già allora per la sua mediocrità. Intesa come aurea mediocritas, come capacità cioè di rappresentare plasticamente il livellamento al basso a cui si apprestava la società dei mass media. Il nascente ruolo pervasivo della tv cominciava a dare dignità alla mediocrità. Oggi, quella che allora appariva una provocazione culturale per addetti ai lavori, è diventata tragica realtà. È per questo che mi pare opportuno tentare di trovare, oggi, un personaggio che possa essere utilizzato per parlare di quelle trasformazioni del comune senso del pudore, così come si definiva una volta.In questi giorni, nelle sale cinematografiche c’è in programmazione un piccolo film, molto carino e ben confezionato, che s’intitola NESSUNO MI PUÒ GIUDICARE. Attori protagonisti: una sorprendente Paola Cortellesi ed un sempre più “canino” Raoul Bova. La trama narra di una tranquilla casalinga borghese costretta ad inventarsi escort de’ noialtri a causa dell’improvvisa morte del marito, industrialotto truffaldino e traditore. Dopo un’interminabile sequenza di spot pubblicitari e trailers, mentre assistevo divertito al film (che vi consiglio di vedere), mi è venuto alla mente un personaggio che ha fatto la storia della commedia cinica italiana: la Signorina Silvani. Come molti ricorderanno, la Signorina Silvani (un’imperdibile Anna Mazzamauro) è un personaggio ideato da Paolo Villaggio per la serie del Ragionier Fantozzi Ugo.
La Silvani è una collega di Fantozzi, di cui il ragioniere è follemente innamorato. Nei vari episodi della saga la Silvani sfrutta questa infatuazione di Fantozzi per ottenere favori o prestiti monetari. Ogni ufficio, ogni azienda ha la sua propria Signorina Silvani. È una figura mitologica appartenente all’immaginario delle mezze maniche. Passano gli anni, cambiano le tecnologie, le abitudini ed i comportamenti si adeguano ai mutati costumi, ma lei è sempre lì. Unico punto di riferimento in una realtà continuamente mutevole. Sempre pronta a stagliarsi sicura del suo ruolo, eccola ondeggiare fra i suoi adoranti adepti. Immarcescibile, incorruttibile dall’inesorabile passare del tempo. Tetragona ad ogni sentimento, il sex symbol della scrivania accanto, trucco generoso e abbigliamento improbabile. Una vamp formato ufficio, tutta ammiccamenti e pratiche da sbrigare.Le innumerevoli Silvani d’Italia vengono elette a più riprese Miss Secondo Piano, diventando l’ossessione poribita di tutti i milioni di piccoli Fantozzi che davanti a lei perdono ogni contegno, si tramutano in cagnolini ubbidienti, pronti a scodinzolare. Sposata o single, ma sempre maliarda, sensibile alle lusinghe maschili che lei provoca con atteggiamenti da seduttrice di provincia. Dai vari Fantozzi, che hanno la sventura di incrociarla sul loro cammino, accetta regali, complimenti e piccole cortesie. La Silvani è il prototipo dell’arrampicatrice sociale, dell’amazzone che utilizza la seduzione per ricavarne vantaggi, a volte miserevoli.
La Signorina Silvani è il prototipo delle escort, anche se lei non lo sa. Le Silvani che scorrazzano negli uffici di tutto il mondo si riconoscono dalla camminata. Il loro incedere è seduttivo ma mostra anche il carattere deciso, da donna che sa quello che vuole e soprattutto quello che non vuole. Le Silvani hanno scrivanie come tante, però, riescono sempre ad introdurre qualche personalizzazione. Nel film, la Silvani ha la cornetta del telefono bicolore. Le Silvani generalmente vestono griffato, scegliendo sempre dei vestiti che si abbinano col biondo mesciato dei loro capelli.Aspirano giustamente a mansioni ben superiori a quelle che svolgono e “lavorano” con passione per raggiungere i loro obiettivi. Spesso le Silvani hanno fila di pretendenti alla propria scrivania che si rivolgono a loro, in devoto pellegrinaggio, come alla Madonna di Pompei. Gli ammiratori delle Silvani sono sempre in competizione fra loro. Sono tanti e bramosi di uno spicchio di “felicità”, ma loro sanno tenerli a bada. Certo, ogni tanto qualche concessione. Alle Silvani non sfugge mai niente e stanno sempre sul forse che sì forse che no. Le Silvani procedono spesso ad operazioni di cura personale, che iterano di frequente durante l'orario di lavoro. Ci tengono a mostrarsi sempre inappuntabili e a tenersi aperte tutte le opportunità, non si sa mai. Diventano, loro malgrado, dei simulacri in un mondo ristretto che vive tutto ripiegato su se stesso e che trasforma tutti i maschi adoranti in tanti piccoli “fantozzi”.
L’Antipaticissimo – Ciro Pastorehttp://lantipaticissimo.blogspot.com/

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