La scrittrice e la bambina
Pellicola avvolta da una fotografia plumbea, Nessuno mi pettina bene come il vento è l’ultimo prodotto di Peter Del Monte, che ostenta la ricerca di libertà di un’undicenne ribelle (?).
Arianna è una scrittrice che vive in esilio volontario in una località di mare. Un giorno alla sua porta si presentano (per un’intervista) una giornalista e Gea, sua figlia undicenne. Conclusa l’intervista, Gea si chiude nel bagno della scrittrice e non vuole uscire perché non ha intenzione di andare dalla nonna. Preferisce rimanere con Arianna e, seppur l’idea appaia assurda, Arianna decide di ospitarla fino all’arrivo del padre Tullio. Nei giorni seguenti Gea dimostrerà la sua indole ribelle, mettendo in difficoltà Arianna.
Del Monte mette a confronto atteggiamenti diversi riguardo alla vita. E realizza questo paragone ponendo da una parte una scrittrice (Laura Morante) che vive in uno spazio isolato, evita i rapporti con l’esterno e osserva il mondo da (molta) distanza e dall’altra parte Gea, ragazzina che per mettersi al centro dell’attenzione continua a ripetere di essere stata adottata, che insegue la libertà e che si invaghisce di un ragazzo adolescente con cui sente di avere più di un’affinità. Questi sono i due antipodi che il regista affronta con dedizione, rigore e formalismo. Difatti la narrazione prosegue stancamente e in modo stiracchiato verso una conclusione riflessiva, aperta e con un barlume di speranza. Infatti la grigia fotografia di Montarsi, che ostenta un costante mare grosso e ripetitivo, è il riflesso della vicenda che accomuna due disperazioni e un’inconsapevole attrazione per la morte. Tuttavia il film si dimostra a tratti ridondante; una sequenza di gesti ripetuti, che implodono in un silenzioso fragore.
Ma nonostante la difficoltà della narrazione, che può “spaventare” anche lo spettatore più radicale, Nessuno mi pettina bene come il vento riesce a essere un prodotto empatico, viscerale. Difatti l’insistita ricerca di libertà da parte di Gea si trasla sul comportamento della scrittrice Arianna, che comincia a comprendere la necessità di confrontarsi con l’esterno, di aprirsi e fuoriuscire dalla sua villa, in cui si è barricata a causa di un matrimonio finito malamente.
Nessuno mi pettina bene come il vento (titolo che riprende una citazione di Alda Merini) mette in mostra delle buone interpretazioni di Laura Morante, dell’esordiente Andreea Denisa Savin e di Jacopo Olmo Antinori (già apprezzato in Io e te di Bertolucci), interessante caratterista che fa della sfuggente espressività il suo punto forte. Inoltre Del Monte punta il dito in direzione di una famiglia (quella di Gea) assente, indolente e incapace di comprendere l’inespresso e rabbioso desiderio di libertà. Insomma Nessuno mi pettina bene come il vento mostra il fianco nei confronti di una costruzione narrativa che (a tratti) appare debole, ma che si risolleva grazie alle interpretazioni personali, che riescono a catturare lo spettatore e trascinarlo nella grigia piazzetta di una silenziosa località marittima.
Uscita al cinema: 10 aprile 2014
Voto: ***