Lo sai che ho sempre desiderato diventare Mister Moravia o qualcosa del genere. Ma ultimamente, ti dirò, ci ho ripensato e preferirei, sempre che sia ancora in tempo, rimanere il Nessuno di cui parli. Ti spiego. Guardando le terze e quarte di copertina di alcuni libri esposti nel reparto libreria di un supermercato della mia città ho fatto caso a un particolare che in precedenza trascuravo: le fotografie degli autori hanno tutte questo in comune che guardano cose importanti: orizzonti lontani e grandiosi, l’avvenire, la Verità, l’Onniscienza, il Mondo della Scrittura o qualche altra stranezza del genere. Quelli che non guardano lontano sembra invece che scavino dentro di te come se volessero accomodarsi nelle tue profondità, en las entrañas. Mai uno che sorrida, neanche per sbaglio, magari con la faccia da scemo… No, tutti seri lì a pensare, a meditare, a farsi gli interpreti del Dolore dell’Universo… Tu sai che qualcosa la scrivo anch’io, anche se soltanto dei brevi racconti tanto per ridere e comunque provarci, ma facciamo il caso che mi pubblichino un bel giorno. Dovrò anch’io mettermi in posa per una fotografia da scrittore? Non è che poi mi viene definitivamente la faccia da scrittore e nonostante i miei sforzi non me la potrò più togliere? Metti che una volta che mi è venuta non riesca più a levarmela: che penserà la gente che mi conosce? Che mi do delle arie? Mia moglie e i miei figli mi accetteranno ancora in casa? Ma non sei tu che un tempo avevi la faccia da scrittore? Come hai fatto per togliertela? Ti sei messo una crema? Aiuto…