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NeuroPedagogia a scuola

Da Massimo Silvano Galli @msgdixit

NeuroPedagogia a scuola
La condizione in cui versano le scuole italiane è a dir poco disastrosa e non solo per quel che concerne gli ambienti fatiscenti, quando non addirittura decadenti, nel senso che de-cadono a pezzi sulla testa di studenti e insegnanti. 
La cosa più preoccupante è, invece, l'arretramento delle pratiche formative, abbandonate a una condizione poco più che ottocentesca che pare ignorare totalmente gli stimoli e le indicazioni, ormai nemmeno così recenti, che giungono dalle ricerche neuroscientifiche e con esse le opportunità delle nuove tecnologie digitali e della rete internet.
Insomma, l'affermarsi dei nuovi software e hardware, in commistione con alcune innovative (seppur ancora primordiali) rivelazioni sul funzionato del cervello che ci restituiscono gli strumenti di neuro-immagine, potrebbe e dovrebbe giocare un ruolo determinante nell'affermarsi di una didattica innovativa che corregga alcuni ormai evidenti errori che hanno determinato fino ad oggi i metodi di studio e di insegnamento. 
Questa commistione prende il nome di neuropedagogia o neurodidattica e si configura -appunto- come una nuova disciplina che studia come utilizzare al meglio le scoperte sul funzionamento del cervello, sui processi di memorizzazione, attenzione, produzione, applicandoli in modo attivo e fattivo alla didattica e, più genericamente, alle modalità di apprendimento. 
Oltre all'ambito dello studio e dell'insegnamento, infatti, la neuropedagogia si presenta come una vera e propria chirurgia non invasiva, capace di operare sul e nel cervello senza ricorrere al bisturi, ma sfruttando il concetto di neuroplasticità per modificare inadeguate modalità esecutive e processuali che impediscono l'accesso ad una perfomance adeguata, in qualsiasi ambito o situazione essa sia richiesta. 
La neuropedagogia, dunque, è quella disciplina che fornisce le leggi del buon funzionamento cerebrale, sia che guardi alla mondo della formazione, sia che si rivolga al mondo della vita. Si tratta, cioè, di riferirsi al concetto di apprendimento andando oltre i classici confini cui è tradizionalmente relegato, per delocalizzarlo in tutti quei contesti e quelle situazioni in cui un soggetto necessita di modificare visioni, consapevolezze, comportamenti attraverso un surplus di informazioni capaci di aggiungersi a quelle già in suo possesso, così da trasformare il suo stato, poniamo A, in A+, dove quel più + indica l'informazione aggiuntiva in grado di modificarlo. 
Come ben sappiamo, per assolvere questo compito, non è sufficiente l'informazione pura, ovvero il dato che manca ad A per assurgere ad A+, ma affinché l'assunzione avvenga e produca il cambiamento, risulta fondamentale il modo in cui è veicolata e di questo si occupa la neuropedagogia: una sorta di farmaceutica senza farmaci in grado di indicare i modi più appropriati affinché l'informazione/medicamento raggiunga il suo obiettivo. 
In questo blog raccoglieremo dunque le ricerche, le scoperte, le indicazioni di questa disciplina, confrontando e condividendo tecniche, strumenti strategie capaci di aiutare gli studenti, gli ingegnanti, i formatori, gli educatori e, più in generale,  tutti coloro che, magari in un momento di difficoltà, ne possono trarre beneficio, magari semplicemente quale spunto per poi rivolgersi a un professionista competente in grado di guidarli passo passo in questo affascinate territorio.

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