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Neve

Creato il 09 dicembre 2014 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Anno: 2014

Durata: ‘90

Distribuzione: Microcinema

Genere: Noir

Nazionalita: Italiana

Regia: Stefano Incerti

Data di uscita: 11-December-2014

La neve scende così, a volte calma, a volte impetuosa. Copre ricordi e passioni, sbianca le ombre annerite

dal tempo e nasconde i difetti. Sembra quasi una cantilena cha arriva da lontano, fredda e gelida sulle cose

non dette, i dolori, le distanze e la speranza di una vita diversa. Il ritmo del film di Stefano Incerti è scandito

da questa neve che copre i vetri delle macchine e le solitudini dei passanti. Neve, questo è il titolo del noir

italiano che come terzo protagonista sceglie proprio il candore, per niente pulito, ma ostile e opprimente,

di mille granelli gelati.

La storia è quella di un uomo in possesso di un segreto e alla ricerca di una via d’uscita e quella di una

donna dalla pelle scura pronta a sfuggire da un destino imposto. Ognuno dei due è alla ricerca di qualcosa,

forse solo di una speranza. A bordo della sua station wagon verde l’uomo, proprio durante il suo viaggio,

incontrerà la donna che sfugge da un piccolo gangster. Inganni, bugie, traffici illeciti e una refurtiva

perduta. I due finiranno per cercare insieme quello che manca senza accorgersi che il vuoto e le distanze

create dalla neve hanno toccato anche loro.

Il perno su cui ruota l’intera vicenda non è solo la neve, ma una cospicua somma di denaro che

rappresenta il punto di svolta nella vita dei due protagonisti. Con il sottofondo di questi temi la vicenda si

snoda in punta di piedi. Lo stile è asciutto, con immagini brevi e scarno di dialoghi. Il ritmo è lento e il più

delle volte pacato, capace di un’introspezione che fa emergere a sorsi la psicologia dei protagonisti. Un noir

delicato, velato da una nebbia di mistero di colore bianco.

Peccato che la neve non riesca a coprire i vuoti di cui la pellicola spesso è malata. Sembra quasi di essere

spettatori davanti ad una finestra, in più punti non c’è coinvolgimento, passione, osmosi necessaria tra

trama e personaggi, film e spettatore. Si è lì alla ricerca di qualcosa, fermi immobile e con le mani gelate. Ci

si sente quasi assiderati, con l’incapacità di muoversi. Il dramma, quello vero, arriva come uno schiaffo in

faccia nel finale, un finale che riempie quel vuoto statico che si era precedentemente creato. Allora sì che si

sente il freddo pungente di questa neve, sì che la si vede scendere come una bufera.

Se l’intera pellicola avesse avuto la forza e il coraggio del finale, Neve da noir silenzioso si sarebbe

trasformato in un caldo abbraccio, uno di quelli dove ci si può scaldare anche le mani gelate dal troppo

freddo.

 


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