Due giorni fa, il 25 settembre, è uscito il cofanetto celebrativo di "Never Mind The Bollocks, Here's The Sex Pistols", che celebra il trentacinquennale di uno dei dischi più rivoluzionari della storia del rock e, senza dubbi, uno dei più importanti della mia vita. A differenza di tanti altri, paradossalmente, non mi ricordo il momento in cui lo comprai - al contrario dei singoli "Pretty Vacant" e "God Save The Queen", di cui ho memoria -, ma da quell'ottobre del 1977 non credo sia passato anno senza che l'abbia ascoltato almeno una volta. Ho ancora la copia del disco originale, tutta rovinata da un sacco di fotografie che io e mio fratello avevamo attaccato sulla copertina, fronte e retro, e sulla busta interna (c'è pure una tenerissima scritta "fuck off" fatta a penna...), al punto che la colla era filtrata attraverso la carta rovinando un po' il vinile. L'ho ricomprato in altre versioni, in CD, nell'edizione del cofanetto uscito qualche anno fa, in tutte le salse insomma. Lo trovo perfetto oggi come allora, senza che abbia perso quell'aria minacciosa che tanto me lo fece amare, e non vedo l'ora che mi arrivi questo imponente boxset per risentirlo. È una di quelle confezioni per feticisti all'ultimo stadio, con il disco originale, i demo inediti (chissà dov'erano), due concerti live, una versione mai pubblicata di "Belsen Was A Gas" (uno stupido pezzo di Sid Vicious), una replica del singolo di "God Save The Queen" e del testo manoscritto da Rotten, un libro con foto inedite, un DVD con parecchi filmati interessanti. Immagino che possiate tranquillamente continuare a vivere senza, ma cercate di capirmi mentre guardo la versione expanded della mia giovinezza ribelle e romantica. Paradossale, tra l'altro, che 35 dopo io abbia incontrato per la prima volta nella mia vita John Lydon (a luglio a Milano, sotto potete vedere la mia intervista) e Glen Matlock, il primo bassista che, ai tempi dell'album, già se n'era andato dal gruppo (ad agosto, a Londra, ci sono persino dei progetti per un paio di lavori futuri). Difficile che non abbiate mai ascoltato questo disco, ma nel caso ecco una buona occasione per farlo, seppur con colpevole ritardo. Beati voi, comunque...
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Da Marta Saponaro CULTURA,
DIARIO PERSONALE,
PARI OPPORTUNITÀ,
PER LEI