Anno: 2014
Distribuzione: Rai Trade
Durata: 90′
Genere: Mistery, Horror
Nazionalità: Italia
Regia: Riccardo Paoletti
Data di uscita: 9 Giugno 2014 su Rai Cinema Channel
Neverlake fa parte del progetto Web Movies, una serie di lungometraggi coprodotti da Rai Cinema e distribuiti su piattaforma streaming. Potendo testare un nuovo tipo di fruizione, in questo modo è stato dato ampio spazio al cinema di genere. E dunque Neverlake è un horror sovrannaturale, con protagonista la giovane Jenny, studentessa italo-americana che, dopo la morte della madre, ha sempre vissuto a New York insieme alla nonna. A sedici anni torna in Italia per trascorrere una breve vacanza insieme al padre, nella verde provincia di Arezzo. Tra macabre visioni e il difficile rapporto con il genitore, burbero e ossessionato dalle leggende riguardanti il Lago degli Idoli, Jenny scoprirà molte cose sulla propria famiglia in una escalation di terrore e orrore.
Quando c’è di mezzo un lago non si può stare tranquilli. Dal thriller psicologico (La morte corre incontro a Jessica, 1971) allo slasher sfrenato (The Burning, 1981), e passando per le origini dell’abominevole Jason Voorhees, uno specchio d’acqua non ha mai portato nulla di buono, e così vale per il film diretto da Riccardo Paoletti, che ammette di avere sfruttato le bellezze del paesaggio toscano, ma provando a ricreare un non luogo, che potrebbe essere anche una selvaggia provincia americana. La pellicola infatti mescola bene tradizione nostrana a stilemi di stampo internazionale (forse si fa leva maggiormente su questi ultimi).
Nonostante il budget ridotto, sono buoni gli effetti speciali, per fortuna non si è voluto strafare con la CGI, contenuta e funzionale. Mirata la scelta del cast, quasi interamente internazionale, che beneficia della presenza di David Brandon (il Caligola di Joe D’Amato) perfetto per la parte. Si notano alcune sbavature nella costruzione della storia, dettagli che, volendo, si potrebbero ignorare rispetto all’atmosfera di mistero ben creata per quanto riguarda gli ambienti esterni.
Il punto debole, per assurdo, è proprio il modello di distribuzione scelto per Neverlake. I ritmi e la tensione, troppo rilassati anche nei momenti cruciali, sono da film televisivo. Così come avrebbe giovato una attenzione maggiore per la scrittura dei dialoghi, che subiscono l’ingombrante presenza di formule inflazionate, poco credibili e spesso impacciate.
Avendo a disposizione una vasta scelta di pellicole, su piattaforme streaming oppure direttamente sui siti dei film prodotti con l’autofinanziamento (e non si può ignorare il fenomeno della pirateria), i cinefili che usano internet sono di certo molto smaliziati, soprattutto rispetto al pubblico televisivo, e non perdonano alcune pecche. Ben venga l’apertura a nuove frontiere, ma occhio a non lanciarsi nell’arena senza le giuste armi.
Marco Parlato