La sonda New Horizons nel bel mezzo della fascia di Kuiper ai margini del Sistema Solare, in una raffigurazione artistica del Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory.
La sonda NASA New Horizons avrà il suo bel daffare quando nel luglio 2015 avvicinerà Plutone e le sue lune. Il flyby del pianeta nano è l’ultimo passo per portare a termine una missione durata 10 anni. Dal lancio avvenuto il 19 gennaio 2006, dalla base di Cape Canaveral, New Horizons ha fatto un bel viaggio nella fascia di Kuiper per inviare i dati a Terra. E ora che l’obiettivo è a un passo l’agenzia spaziale statunitense guarda già oltre: affrontare lo spazio profondo alla ricerca di altri oggetti ghiacciati nel raggio del Sistema Solare e consegnare alle stelle un messaggio del nostro pianeta, per chi lo vorrà leggere.
Decisivi i prossimi mesi per gettare le basi del dopo Plutone. Almeno una parte dei progetti è già in piedi grazie alla campagna NASA New Horizons Message, il resto verrà discusso e stabilito nelle prossime settimane, con gli scienziati impegnati a stendere una lisa accurata delle cose da fare, anche riguardo il telescopio spaziale Hubble.
La NASA ha accettato che la navicella spaziale, una volta inviati i dati del flyby, si carichi sul groppone una raccolta di selfie digitali che gli organizzatori di New Horizons Message si sono adoperati a raccogliere nel corso dell’iniziativa di lancio siderale in pieno stile “messaggio in bottiglia“.
La missione New Horizons è stata finanziata con un budget estremamente limitato, appena 650 milioni di dollari, e non era stato possibile prevedere alcuno spazio per lo stoccaggio di materiale destinato agli extraterresti. Nessuna targa con la scritta “Ciao, siamo esseri umani”, come quelle che erano state avvitate sulla scocca delle sonde Pioneer. Nessun disco dorato, come quelli inclusi delle missioni Voyager. E Jon Lomberg, artista e giornalista che ha collaborato con il compianto astronomo Carl Sagan al Voyager Golden Record, deve aver pensato che fosse un vero peccato.
È così che Lomberg ha lanciato la proposta di inviare un file con i messaggi per gli alieni direttamente alla New Horizons in volo attorno a Plutone e ha convinto i manager della missione della bontà della sua idea. I messaggi saranno scelti fra quelli inviati da ogni parte del mondo, e non più da una cerchia ristretta di addetti ai lavori. “È stato molto presuntuoso da parte di Sagan e compagnia, me compreso, parlare a nome dell’intero pianeta Terra”, ha dichiarato Lomberg a National Geographic. “Ma in quel momento la scelta era tra fare così o non fare nulla”. Piuttosto che niente, meglio piuttosto insomma.
L’iniziativa messaggio in bottiglia dovrebbe prendere il via il prossimo 25 agosto, quando si prevede che New Horizons attraverserà l’orbita di Nettuno. Quel giorno saranno passati esattamente 25 anni dal flyby della Voyager 2 accanto Nettuno e la NASA celebrerà l’occasione con un “passaggio del testimone” presso la sede storica di Washington. A partire dal mese di agosto sul sito OneEarthMessage.org verranno raccolti materiali di vario tipo – immagini, suoni, parole – che saranno sottoposti al voto del pubblico. Partner del progetto: lo specialista di crowdsourcing Albert Yu-Min Lin, che sta lavorando su un sistema per ordinare i messaggi in base ai voti ricevuti e mettere quelli vincitori in un file da caricare sulla sonda NASA.
Lomberg ammette che le possibilità che gli alieni trovino e riescano a decodificare il messaggio sono poche. Ma il vero senso dell’esperimento è un altro: capire quali siano le cose più importanti da dire sulla nostra Terra e se cercare di individuarle possa aiutarci ad apprezzarla di più.
Fonte: Media INAF | Scritto da Davide Coero Borga