SECONDA PARTE:
Ormai ci siamo, superiamo i cancelli e andiamo verso la start line, dopo qualche minuto: Boom…eccolo, il nostro colpo di cannone, sono le 10.33 e la cantante inizia ad intonare NEW YORK NEW YORK, di Frank Sinatra. Iniziamo a toglierci tutti i vestiti che abbiamo utilizzato in queste ore per riscaldarci (in realtà c’era talmente freddo che ce li saremmo dovuti tenere ancora un po’), non prima di essermi commossa ovviamente. Prima lacrimuccia for me!
Ale e Ste alla Start Line
C’e’ una bellissima atmosfera. Siamo tutti elettrizzati. Davanti a noi ad attenderci 42, 196 km, 26, 2 miglia e una città spettacolare: NEW YORK!
In quel momento la mia testolina era un susseguirsi di pensieri e il mio cuore di emozioni…ancora oggi a scrivere e ricordare mi sale il magone alla gola. Un’ emozione davvero unica, che solo se vivi puoi capire!
Il Verrazzano Bridge è lungo 1600 metri (1 miglio), la visuale da là sopra è spettacolare. Laggiù in fondo si vede Manhattan. Alla fine del ponte ci aspetta Brooklyn.
Dopo poco più della metà si inizia a sentire il suono dei tamburi e il frastuono del tifo. Questo rombo ci accompagnerà per tutto il percorso, esclusi i ponti, la parte più difficile!
La gente ripete il nostro nome fino allo sfinimento (GO ALESSIA! GO ITALIA! ). I primi chilometri sono addirittura imbarazzanti per chi come noi non è abituato ad essere al centro dell’attenzione…fino a quel momento! Dopo i primi 2 km ti abitui e quindi inizi a salutare, battere i 5 ai bambini, interagire con il pubblico…ti senti davvero una rockstar!
Brooklyn view
inizio a non farcela più…
I newyorkesi sono eccezionali! Ti sostengono per tutti i 42 km. Non importa che tu sia magro o grasso, veloce o lento, bello o brutto, loro semplicemente sono lì, con cartelloni, musica, cantano, ballano, fanno casino, ti aiutano a non pensare alla fatica, ti esortano ad arrivare alla fine, a non arrenderti, non mollare.
“ALMOST THERE”…”NEVER GIVE UP”…”GO!GO!”… “WE LOVES YOU”…
Ci vorrebbe un newyorkese nel taschino anche nella vita normale così, giusto per ricordarsi di non mollare mai!
Come dicevo, lungo il percorso ,musica, cori gospel, cartelloni, striscioni, persone vestite da banane, qualcuno distribuisce caramelle, qualcun altro tovaglioli di carta per asciugarsi il sudore . Tutti cercano di dare un contributo.
E poi ci sono i volontari della maratona, quelli ufficiali, a cui andrebbe fatta una statua!
Meravigliosi!!!! Con il bicchiere d’acqua sempre un sorriso e una parola di incoraggiamento e sostegno…davvero incredibili!
Dopo Brooklyn ci accoglie il Queens, solo 3 miglia, e poi, dopo il tanto famoso Queensboro Bridge, siamo a Manhattan! All’uscita dal ponte, quello che viene definito il Maracanà dei runners , 2 milioni di persone in delirio!
Il ginocchio fa malissimo, mi fermo dai volontari della croce rossa per farmi dare un po’ di ghiaccio. Non so se sarà una buona idea o se peggiorerò la situazione, ma devo comunque tentare.
ahia…il ginocchio fa malissimo!
Devo arrivare fino alla fine, sento già il peso della medaglia al collo …la vedo! Sono venuta fino a qui per quella medaglia e ce la farò. Fermarsi ora non è un’opzione!
Riprendo a correre, fino a quel punto sta andando abbastanza bene, seguo alla lettera il piano deciso con Julia, la mia coach che adesso sarà lì davanti al pc a seguire i miei avanzamenti, e con lei tutti i nostri amici: Daniela, i Ciri, le Carine, i miei colleghi… Mi sembra di vederli fare il tifo e mi viene da sorridere
Non posso deluderli!Ovviamente non potevo pensare che questa maratona filasse liscia come l’olio. I problemi sono iniziati mesi fa: prima con la storta alla caviglia, poi con i problemi al ginocchio, poi la caduta in bicicletta e ovviamente sono proseguiti durante il giorno della gara…con una bella colica!!!
Per circa 10 km mi devo fermare ad ogni bagno con dolori allucinanti. Per fortuna dal Bronx in poi inizia ad andare meglio, apparte la tanta, tantissima stanchezza, e male ovunque, visto che ormai le miglia percorse sono ben 20. Un record per noi! Ma oggi tutto è un record!
Dopo il Bronx rientriamo in Manahttan, nel quartiere Harlem. Davanti a me un 81enne che insieme a tutti noi sta arrivando al traguardo.
81enne “corre” la sua Maratona!
Penso a nonna Lidia che ci ha lasciati pochi giorni fa, e a nonno Franco che piange ancora per la sua scomparsa. E penso ai miei nonni che non mi potranno mai vedere con quella medaglia e con tutte quelle che ancora verranno.
Un respiro profondo, butto giù il magone e proseguo.
La musica e il tifo sono avvolgenti ma cerco di non farmi prendere troppo dall’emozione, altrimenti è finita.
Percorriamo un pezzettino di 5th Av, guardo i palazzi dei super miliardari e cerco di non pensare. Finalmente entriamo in Central Park, siamo al miglio 23, ne mancano solo (solo?!?) 3! Non è finita…non devo fare l’errore di rilassarmi adesso!
ingresso in Central Park