Il New York Times ha dedicato a Napoli un altro importante articolo in cui elogia l’hand work dei sarti napoletani.
Amici di Napoli da Vivere, simo decisamente orgogliosi quando ci capita di scoprire che si tessono le lodi della nostra amata città, troppo spesso esposta a critiche e commenti dal sapore decisamente negativo. Insomma, è bello sapere che di Napoli, vengano alla luce non solo le bellezze architettoniche, paesaggistiche, l’ottimo cibo, la cordialità delle persone. Questa volta, ad essere elogiata è stata l’arte del fatto a mano.
Infatti, sulle pagine del celeberrimo giornale Newyorkese “The New York Times”, si legge un articolo che titola: “Naples, a Haven of hand Work“, scritto da una delle penne più famose, Suzy Menkes, del mondo del giornalismo della moda, nel quale si parla di questa antica arte, che affonda salde radici nel patrimonio partenopeo e che vede proprio nella nostra amata città, un punto fermo di eccellenza.
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Nello specifico, ad alcuni marchi, quali ad esempio, la piccola sartoria Davide Tofani, descritta come una vera e propria perla, immersa nel caos cittadino, contraddistinto da clacson e vociare incessanti. Davide Tofani parla di come ogni sua creazione sia realizzata prettamente ed esclusivamente su misura del cliente, sula quale letteralmente plasma l’abito richiesto. Insomma, Davide Tofani sembra essere diventato vero e proprio simbolo di Napoli, alla stregua delle chiese e sculture barocche romane, come dice la giornalista stessa. Un sarto personale, capace di realizzare vere e proprie opere d’arte, indossate con orgoglio e fierezza dai clienti affezionati che da anni ormai si rivolgono alla sartoria certi di essere accontentati. Nella sartoria Tofani si respira quasi aria di casa, di familiarità ed è forse anche questo uno dei punti di forza del marchio made in Naples.
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Si parla ancora di marchi quali Rubinacci, il cui proprietario, Mariano Rubinacci, si presenta come un sarto vecchia scuola, e la cui famiglia è sempre in giro per il mondo ad occuparsi di esportare appunto il marchio per farlo conoscere mondialmente.
E ancora è la volta di Kiton, fondata nel lontano 1956 da Ciro Paone, mercante di tessuti da generazioni, che ha quindi nel sangue questa antica arte. Anche la sua è una famiglia impegnata a far conoscere il marchio nel mondo.
Questi “sarti personali”, simboli di Napoli, le cui fame sono celebrate perfino oltre oceano, non possono che renderci orgogliosi ma anche consapevoli che se ci si impegna e dedica con passione al proprio lavoro, puntando alla qualità, non si possono che ottenere ottimi risultati. Quindi, continuiamo a lavorare per costruire intorno a Napoli un’idea di bellezza, splendore, meraviglia.
Facciamo innamorare tutto il mondo della nostra bella città, delle persone che la abitano, delle bellezze che la contraddistinguono, della grande voglia di fare che serpeggia tra le strade e nei vicoli, al di là delle negatività che certamente ed innegabilmente esistono.