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New York: un sogno che si avvera

Creato il 20 luglio 2015 da The Old Pink Room
Era il sogno di una vita. Un sogno banale, lo so, ma sono una persona semplice. Io volevo andare a New York. E ci sono andata. Da sola. Ed è stato fantastico.
New York: un sogno che si avveraTemevo che tutti questi anni di fantasie, pensieri, valutazioni, letture avessero creato un'aspettativa troppo alta, e che alla fine, una volta arrivata lì, ci sarei rimasta male. E invece è stato tutto pazzesco.
Non so neanche come farvi capire quanta è stata l'emozione di arrivare al JFK e di vedere il cartello "Welcome to Manhattan" una volta uscita dalla metro. Tra l'altro il mio aereo ha avuto un ritardo di 3  ore e questo ha leggermente complicato le cose. Avevo prenotato una stanza in un appartamento dell'East Village con Airbnb e alla fine mi hanno lasciato la chiave in un negozietto sotto casa, quindi siamo riuscite a risolvere tutto senza grossi problemi.
Consiglio Airbnb per andare a New York? Certo. Gli hotel costano un botto e, dalle foto, quelli più economici sembrano orrendi. Io sono stata in un bell'appartamento condiviso con la padrona di casa (che, tra l'altro, non c'era mai) e ho risparmiato. Ovviamente qualche problemino c'è stato, tipo i lavori in corso nel palazzo accanto che iniziavano alle 7 di mattina. O il fatto che non ci fosse l'ascensore e che dovessi farmi sempre 5 piani di scale (ma c'era scritto chiaramente nell'annuncio, non è stata una sorpresa) (con le valigie è stato un pazzo divertimento). Ma non sono pentita, mi sono trovata bene.
Ma com'è visitare New York da sola? Io non ho mai mai avuto alcun problema. Non mi sono mai sentita poco al sicuro, neanche il paio di volte in cui sono tornata verso le undici di sera o mezzanotte. C'è sempre un mucchio di gente in giro e sui mezzi, non c'è mai stato il pericolo di trovarmi sola con un losco figuro. Non ho mai preso taxi. Ho sempre girato con metro e autobus.
A proposito della metro, è un casino vero usarla. Io ho utilizzato sempre il mio fido Citymapper, l'app fondamentale. L'unica volta che ho usato una cartina ("Dai, cosa ci vorrà mai, ho preso la metro in tutto il mondo") ho sbagliato. Perché a loro non gliene frega molto di aiutare i turisti. Non gliene importa del fatto che, per esempio, di linee arancioni ce ne sono 4 (F, B, D, M) e le differenze lo sa Dio quali sono. Poi i treni espressi, quelli locali, quelli stocazzo e uptown e downtown. Insomma, io con il wi-fi (che a volte c'è anche nelle stazioni della metro) o pagando 3 euro al giorno (con Vodafone) sono sempre riuscita a usare Citymapper e mi sono trovata benissimo.
Ho fatto l'abbonamento per 7 giorni sui mezzi e, per dire, costa molto meno che a Parigi. Non esiste un abbonamento giornaliero, per un giorno si paga a corsa.
Poi ho preso il New York City Pass, che comprendeva l'ingresso a diversi musei e attrazioni. Perché valga la pena acquistarlo dovete essere sicuri di riuscire a visitare almeno 4 posti previsti.
Tralasciando le informazioni tecniche, la città lascia senza fiato.
Non serve cercare posti famosi, locations di film e telefilm, viste da cartolina. Te le trovi davanti, spesso per caso. Vicino a casa c'era Katz's, il deli di Harry ti presento Sally, sì, quello della scena "Prendo quello che ha preso lei." Ci sono passata davanti per puro caso.
Dopo i primi due giorni molto frenetici mi sono imposta di darmi una calmata perché ero molto stanca, ma è stato impossibile. C'era sempre qualcosa da vedere dietro l'angolo. Non riuscivo a fermarmi.
Beh, un paio di volte mi sono sdraiata a Central Park e in un parco a Williamsburg e ho proprio dormito. Era anche quella un'esperienza da fare :)
Comunque, ho già scritto un papiro e non vi ho detto niente di quello che ho visto. Bene, partiamo dal primo giorno. Ho viaggiato di notte e, come vi ho detto, con un ritardo di tre ore. Stranamente sono riuscita a dormire in aereo, ma ero lo stesso un po' stravolta. Ma cosa vuoi fare, perdere un pomeriggio a New York per dormire? Ma stiamo scherzando?
Quindi sono andata a mangiare vicino a casa e poi via, verso Times Square.
Appena uscita dalla metro mi sono trovata (per caso, appunto) a Bryant Park. Ed era tutto così verde e sfavillante e incasinato che non mi sembrava vero. Dietro sbucava un signore. Il signor Empire State Building.
New York: un sogno che si avvera
New York: un sogno che si avvera
New York: un sogno che si avveraHo camminato un po' e sono arrivata a Times Square. Alcuni dicono che sia pacchiana, esagerata, fastidiosa. Io l'ho trovata pazzesca. Sarà che sotto sotto amo il trash, ma vi giuro, sono rimasta a bocca aperta. Luci, casino, cartelloni, taxi gialli, il Naked Cowboy, la palla di cristallo, i musical, la gente. Ero decisamente sopraffatta. L'avevo vista in tv un milione di volte, ma ancora non me l'aspettavo così. Mi sono seduta sui gradini del TKTS per realizzare bene e per rendermi conto di quanto fossi felice.
New York: un sogno che si avvera
New York: un sogno che si avvera
New York: un sogno che si avveraPoi sono andata da Sephora e ci ho passato credo un'ora. Mi sono anche messa lo smalto.
Mi sono diretta verso l'Empire State Building e, per la strada, ho visto Macy's e il tamarrissimo Victoria's Secret (ma davvero comprate quella roba? Seriamente?).
Sbagliando clamorosamente l'orario (troppo presto per vedere il tramonto) sono salita sull'Empire State Building. È stato bellissimo lo stesso, ve l'assicuro. Sono stata un po' Meg Ryan (prima della plastica) e un po' Blair Waldorf, anche se non sono arrivati nè Tom Hanks nè tanto meno Chuck Bass. Mi sono resa conto di aver fatto lo stesso viaggio di Sleepless in Seattle (Insonnia d'amore).
New York: un sogno che si avvera
New York: un sogno che si avveraArrivata a casa ho scoperto che la vista dalla cucina era questa:
New York: un sogno che si avveraNon male come primo giorno.
Non so come farò a riassumere tutto quello che ho visto in pochi post per non tediarvi oltre il dovuto... vedremo cosa salterà fuori.
Intanto, chiudiamo questa prima puntata.

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