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Creato il 24 novembre 2010 da Aghi

news jo beverleyThe Marrying Maid nell’antologia Songs of Love and Death

In uscita negli USA a Novembre 2010
Sono felice di far parte di questa eclettica selezione di racconti che esplorano diversi aspetti dell’amore fantastico. Nella mia storia georgiana, una maledizione fatata sovrasta la famiglia di Rob Loxleigh a meno che non trovi la sposa che le è stata destinata, la sua “serva da sposare”. Ma cosa succederebbe se lei fuggisse a un tale aristocratico libertino?
ESTRATTO
Capitolo 1
St James’s Park, Londra, 1758
Era come se una nuova canzone fosse entrata nel suo mondo, o un nuovo gusto – e ancora, lo avesse riconosciuto immediatamente.
Rob Loxleigh si voltò a guardare in giro per il parco, cercando di rendere il movimento casuale per i suoi compagni di chiacchiere, così rumorosi nelle loro sete e merletti, ma stava già svanendo sotto il potere della sua nuova consapevolezza.
Lì.
Sorrise di delizia ma con sorpresa.
La donna in grigio? Colei che passeggiava nel parco a fianco di un’altra donna altrettanto normale, che indossava un abito chiaro con poche guarnizioni e un cappello di paglia piatto?
Era la moglie che gli era stata destinata.
Gli era stato detto che l’avrebbe riconosciuta  e per anni aveva cercato il non ignorabile. A volte, con una ragazza particolarmente bella o una donna affascinante, aveva cercato di credere che il suo desiderio facesse sì che la sua ricerca fosse finita. Un bacio dimostrava presto che aveva avuto torto.
Ora, comunque, sapeva. Lei sola sembrava reale in un mondo irreale e il suo corpo vibrava di una sinfonia di necessità, non solo di desiderio, ma una fame di tutto quello che avrebbe potuto.
Ora, a poche settimane dalla catastrofe, Titania aveva mandato la sua serva da sposare.
***
Quando Martha Darby si voltò, vide un uomo che la guardava. Un beau londinese in seta e pizzo, con i capelli incipriati e una spada al fianco. Un pavone in compagnia di altri uccelli di bel piumaggio, le loro chiare risate e i gesti stravaganti che indicavano che erano appena fuggiti dalla gabbia dorata della corte del vicino Palazzo di St James. Ma perché uno di loro la guardava, un passero di zitella?
Egli si rigirò verso i suoi compagni. Aveva immaginato il suo interiore, ma ora lei non poteva fare a meno di fissarlo. Sembrava in qualche modo più brillante dei suoi scintillanti compagni. Solo l’effetto di un abito di seta blu pavone, si disse, ma lui sembrava perfettamente formato e si muoveva con tanta grazia, anche con scarpe con tacchi alti di un ridicolo rosso.
“Tale stravaganza nei loro vestiti, e uno scroscio di pioggia potrebbe rovinare tutto”
Martha si girò verso la madre, sorridendo al pratico commento “Sono sicura che dei valletti si precipiterebbero a portare loro dei ripari. Ammiriamo la natura, invece. Gli alberi apprezzerebbero la pioggia”
Proseguirono per la loro strada.
Martha e la madre si godevano il parco, ma anche, bisogna ammetterlo, alcuni scorci delle follie dei grandi. Martha non aveva certamente mai visto nulla di simile a quei cortigiani pavoni di York. Ma poi, a York, aveva vissuto tranquillamente per tanti anni, aiutando la madre a curare il padre durante la sua lunga e penosa malattia. La visita a un parente a Londra aveva lo scopo di aiutarle a ritrovare il loro spirito e di essere pronte a riprendere la loro vita, ma Martha si chiedeva quale forma avrebbe potuto assumere la sua vita. Era troppo abituata alla quiete e alla routine ed era troppo vecchia per le avventure.
A meno che…
Stava di nuovo guardando quell’uomo! Si girò rapidamente “Andiamo verso Rosamund’s Pond, madre” Lontana dalla tentazione.
Tentazione?
Ridicolo. Lord Pavone era un cortigiano perdigiorno e lei era la figlia virtuosa di un canonico della cattedrale di York e aveva 24 anni, aveva superato l’età della follia.
Eppure guardò di nuovo.
Solo per essere sicura di essere salva, si disse…
Salva? Pensava che l’avrebbe perseguitata? Ridicolo.
Ma poi capì che lui la stava guardando di nuovo. Sorrise.
Gli voltò le spalle, il cuore batteva forte. Se avesse catturato uno dei suoi sguardi e colto ammirazione? Anche un incoraggiamento lascivo? Che il cielo la difendesse! La corte era notoriamente licenziosa. Invitò la mamma a camminare più velocemente, ma la grassoccia Anne Darby non era mai stata energica. La sua passeggiata ebbe molte pause per ammirare il panorama, o ancora un altro pellicano. Per qualche motivo questo parco ne era pieno. Pellicani e pavoni…
“Vieni madre. Dobbiamo sbrigarci”
“Cosa? Perché?”
Martha si avvicinò con la sola scusa possibile “Devo fare pipì”
“Oh, cara, oh, cara. Sì, molto bene” Sua madre camminò più velocemente e a poco a poco il panico di Martha sbollì. Erano al sicuro e non sarebbe mai più venuta lì.
“Signore”
Martha raggelò, avrebbe continuato a camminare se sua madre non si fosse già girata, incapace di essere fredda o scortese. Così anche lei si doveva voltare, sapendo già chi aveva parlato. con logica, sicuramente, non con un brivido alla nuca o una strana tensione interna.
Si fermò solo a un piede di distanza, il vestito di seta ricamato con fili argento e di vari colori. Il merletto alla gola e ai polsi doveva costare una fortuna e il suo colletto era fissato con una spilla d’oro che brillava al sole, così come gli anelli alle dita e l’elsa della spada ingioiellata. Come i suoi occhi, verdi come una foglia d’estate. Il bel viso magro era truccato per dargli il pallore di moda e quindi per ridare colore con il rossetto sulle guance e sulle labbra.
Era ridicolo, ma Martha era fortemente consapevole di essere vestita del grigio del lutto con solo una spilla d’argento per decorazione e di non aver mai permesso che il trucco le toccasse il volto. Avrebbe dovuto essere sprezzante, invece la sensazione peculiare intera era quasi soggezione.
Sorrideva direttamente a lei ora e teneva un fazzoletto “Credo che questo sia vostro, madam”
Martha fissò il lino, ferocemente irritata dal fatto che il fazzoletto fosse davvero suo, segnato dal ricamo di nontiscordardime in un angolo. Come era caduto dalla sua tasca?
Prima di poter mentire, la madre disse “Oh, vedi, Martha! Come siete gentile, sir”
Si inchinò a entrambe nel modo più stravagante che si potesse immaginare, facendo danzare il fazzoletto in piccoli ghirigori “Sono in paradiso per aver fatto un servizio a una donna così incantevole”
Martha afferrò il fazzoletto svolazzante dalle sue dita “I miei ringraziamenti, sir”
Si mise la mano sul petto “No, no. Grazie a voi, madam, per avermi offerto l’opportunità di fare questa cortesia da nulla”
Offrire? Quel disgraziato stava implicando che lei aveva lasciato cadere il fazzoletto di proposito? Era un trucco noto delle donne sciocche, non si sarebbe mai abbassata a tale livello!
Lei gli lanciò uno sguardo gelido, ma lui si era già girato a inchinarsi verso sua madre. “Robert Loxsleigh, madam, al vostro servizio”
La sensibile Anne Darby fece un inchino, arrossendo, agitata e felice. “Così gentile, così gentile. Mrs Darby, signore, e questa è mia figlia, Miss Darby”
Inchinandosi e salutando ancora, con scherno. Se solo sua madre non fosse stata coinvolta nelle presentazioni.
“Posso sperare di incontrarvi di nuovo a Londra, Mrs Darby?”
Martha rispose velocemente “Ahimè no. Partiamo domani”
Sua madre cominciò a protestare, ma Martha le scoccò uno sguardo feroce.
“Così la Città rimane desolata. Ma York gioirà presto. Una città affascinante. Lo so bene, perché la mia casa si trova vicino a Doncaster”
Martha avrebbe  potuto gemere. Il fatto che fosse dello Yorkshire avrebbe fatto sì che la madre lo considerasse un amico.
“Dobbiamo davvero andare, madre” disse Martha con l’intenzione di ricordarle le sue necessità.
“Oh sì, sir, mi dispiace dobbiamo. Spero di incontrarvi di nuovo un giorno, a York, forse?”
Si inchinò a entrambi, ma stavo guardando Martha quando disse “Sono sicura di sì, madam”
“Oh, mio” disse la madre, guardandolo tornare indietro ai suoi amici, in modo agile ed elegante, nonostante il terreno irregolare e quelle scarpe.
“Oh, che idiozia” disse Martha, girandosi in velocità.
Questa era la fine tranne che teneva il fazzoletto come se fosse prezioso. Lo accartocciò e lo mise in tasca.
“Perché hai detto che stiamo per lasciare la città, Martha? Restiamo per altri tre giorni”
“Perché ho pensato che lui non portasse nulla di buono”
“Davvero? Ma…” La madre sospirò “Non possiamo essere bugiardi, quindi dobbiamo partire. Tutto per il meglio, forse. Possiamo stare di più con tua zia Clarissa a Newark”
E così vengo punita, pensò Martha. La zia Clarissa era una chiacchierona molto stupida. Era tutta colpa del pavone. Mr Robert Loxsleigh stava giocando per il divertimento dei suoi amici e sconvolgeva la sua vita.
Eppure, eppure mentre resisteva a un bisogno quasi irresistibile di guardare indietro, Martha sapeva che non avrebbe mai completamente dimenticato l’incontro con un pavone a St James’s Park.
***
Rob tornò dai suoi compagni, proteggendo Miss Darby dalla loro curiosità consentendo loro di dedurre che egli meditava una seduzione. Non era una bugia. Se Miss Martha Darby sembrava probabile a soccombere, l’avrebbe portata a letto stanotte.
Lei era quella, quella, quella serva da sposare, il che significava che al loro primo bacio il suo talento si sarebbe svegliato, e quando avrebbero dormito insieme, avrebbe ruggito in piena potenza. Egli sarebbe stato finalmente un vero trouvedor delle Cinque Querce e la sua famiglia si sarebbe salvata.
Una rapida seduzione era improbabile, ma un bacio? Forse se lui l’avesse perseguitata ora. Non farlo era come rifiutare l’acqua quando aveva la gola secca, ma lei sembrava composta. Forse anche una puritana. Il suo aspetto avrebbe giocato molto contro di lui e ogni audacia poteva rovinare tutto. No, doveva riprendere a vestirsi semplicemente e le maniere e poi corteggiarla con attenzione.
C’era così poco tempo, pensò. Solo due settimane al suo compleanno.
Al giorno del giudizio.
Ma l’aveva trovata finalmente e sarebbe stata disposta ad essere corteggiata. La magia l’avrebbe permesso.
Lasciavano domani la Città. Si sarebbe separato dai suoi compagni, sopprimendo il panico. Aveva bisogno di districarsi dalla corte, dire addio, regolare le fatture…
Le due Darby avrebbero percorso la strada di York, tuttavia, e sicuramente su carrozze pubbliche. Avrebbe potuto seguire la carrozza e raggiungerle in giorni.
Mentre andava verso la sua camera, si chiedeva come Oberon avesse tenuto nascosta Martha Darby per così tanti anni? Visitava York abbastanza spesso.
Il che non aveva importanza. Titania aveva prevalso. L’erede delle Cinque Querce aveva trovato la sua serva da sposare in tempo sufficiente a corteggiarla e conquistarla. era sempre stato così. Il Signore Oscuro dei Faery non aveva mai visto questa lotta, in 500 anni.

Scritto da millecuori alle ore 19:51 del giorno: mercoledì, 24 novembre 2010


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