Le revenues da vendite di copie in tutto il mondo, italia inclusa, hanno superato i ricavi dalla raccolta pubblicitaria nel mix dei publisher. Fenomeno che è imputabile più al crollo dell’advertising sulla stampa che a straordinarie performance nelle vendite che, di fatto, anche con le copie digitali e gli abbonamenti alla versione online non riescono comunque a pareggiare i conti rispetto al passato.
È scritto alla prima pagina del bigino sulla vendita che quando non è possibile, e/o è troppo oneroso, lavorare orizzontalmente, ovvero ampliare il parco clienti, l’alternativa logica è quella di operare in maniera verticale, ossia fornire un maggior numero di prodotti/servizi al parco clienti trattanti, ai clienti esistenti. Dopo tanto rumore su come generare nuovi ricavi per l’editoria pare che, finalmente, qualcuno inizi a comprendere questo concetto apparentemente basico.
Il MailOnline, in collaborazione con WPP e Snapchat, lancia “Truffle Pig”, agenzia di content marketing per offrire un’ampia gamma di servizi nell’area della comunicazione d’impresa quali content creation, infografiche, video, social media management e molto altro ancora.
Jon Steinberg, ceo di Daily Mail Nord America ha commentato: “Il maiale da tartufo trova un cibo raro e gustoso. Con la necessità di piani marketing basati sullo storytelling sui nostri siti e su quelli delle altre media company e i nuovi formati di annunci come quelli di Snapchat, i marchi hanno bisogno di un maiale da tartufo. Siamo entusiasti di lavorare con sigle leader a livello mondiale, le loro agenzie media e tutte le piattaforme digitali per creare un’unica realtà dedicata al digital marketing”.
Truffle Pig utilizzerà DailyMail.com, Elite Daily e Snapchat per testare le prime iniziative che saranno per ora sviluppate solamente negli Stati Uniti ed utilizzeranno il 3V video, i cui concetti sono riassunti nel video sottostante dal CEO di Snapchat.
Contemporaneamente Les Echos, lunedi 22 giugno, ha annunciato il lancio di una piattaforma digitale per servizi alle imprese. Parzialmente finanziato dal fondo di Google — per la somma di 2 milioni di euro di un bilancio totale di circa 4 milioni — questa piattaforma riunisce le offerte di servizi per le imprese attualmente proposte dal gruppo: il deposito di note legali consultazione di gara, ricerche di mercato, strumenti di comunicazione.
Lo sviluppo di questa piattaforma è anche emblematico del rapido sviluppo del modello di business di Echoes, uno dei media che meglio sta affrontando la transizione al digitale, con buona pace per chi pensa che Frederic Filloux , Managing Director, Digital Operations di Les Echos, dica banalità. Servizi che attualmente contribuiscono al 31% del fatturato del gruppo, contro il 12% nel 2011 [la pubblicità pesa per il 30% e le vendite di contenuti il 39%]. Il gruppo vuole raggiungere, entro il 2018, il 50% dei ricavi generati dai servizi.
Il gruppo ha modificato passo dopo passo il suo business originale, le informazioni economiche e finanziarie, che potrebbero diventare, a medio termine, una quota di minoranza dell’attività sul modello del gruppo tedesco Springer, per esempio.
Per fortuna qualcosa si muove anche nel panorama nazionale con RCS che ha recentemente dato vita a NuMix Agency che aggrega, sotto la guida del Managing Director Alceo Rapagna, Connecto, centro di competenza di servizi di marketing below the line con l’obiettivo di affiancare le aziende nel processo di trasformazione digitale, RCS Live, area dedicata ai grandi eventi del gruppo RCS, e InProject, unità dedicata a progetti multimediali su misura per le aziende, per fornire, anche in questo caso, servizi di comunicazione integrata a 360 gradi.
Insomma, dopo tanto parlare di modelli di business 2.0 per i publisher, le iniziative in tal senso, finalmente, iniziano a fiorire in ogni angolo del pianeta. Ovviamente, dando per scontata la bontà dei servizi offerti, la differenza la farà la capacità delle reti vendita delle concessionarie che dovranno trasformarsi da venditori di colonne e pixel in veri e propri consulenti di comunicazione. In caso di bisogno siamo qui.