Napoli ricorda l’Olocausto ma non dimentica l’attuale genocidio in Cina
Incontro con l’Istituto Tecnico Statale Galileo Ferraris di Napoli
Il 27 gennaio di ogni anno, ricordiamo l’Olocausto, che ha fatto strage di ebrei durante la seconda guerra mondiale. Lo stesso giorno si commemora anche la liberazione del campo di concentramento nazista di Auschwitz-Birkenau in Polonia, avvenuta il 27 gennaio 1945. Circa sei milioni di ebrei furono uccisi dalla polizia nazista.
Oggi conosciamo la verità, ma l’Istituto Tecnico Statale Galileo Ferraris di Napoli ha desiderato ricordare anche i 100 milioni di persone uccise dal PCC (Partito Comunista Cinese)da quando ha preso il potere dopo la rivoluzione del 1949 con a capo Mao Zedong, fino ad oggi.
Presso l’auditorium dell’Istituto il 27 Gennaio 2104, nel giorno del ricordo, si è tenuta una conferenza con il Direttore Responsabile della Laogai Research Foundation Italia Onlus, Giovanni Da Valle.
La conferenza è stata introdotta ai numerosi convenuti tra insegnanti e studenti, dal Prof. Evaristo Cicatiello il quale ha esposto le finalità dell’incontro per poi presentare la Laogai Research Foundation e il suo oratore.
Dagli interventi del relatore supportati da foto e da un video, è emerso un’agghiacciante fotografia della macchina repressiva del regime cinese che proprio negli ultimi mesi ha annunciato la volontà di riformare i Laogai.
Da Valle rimarca il fatto che a tutt’oggi poco o nulla è cambiato. “Tutto il sistema va abolito, non modificato. La situazione è di una gravità tale che in Cina non si dovrebbe parlare di democrazia ma di libertà”.
E’ il sistema di campi di concentramento (più di 1.000 attivi in tutta la Cina), prigioni, centri di detenzione, ospedali psichiatrici, ecc.
Ad oggi sono dai 3 ai 5 milioni le persone detenute in Cina nelle migliaia dei cosiddetti “campi di rieducazione attraverso il lavoro”, dove il Partito comunista cinese rinchiude la dissidenza, scatena i metodi più crudeli per la trasformazione delle coscienze, sfrutta forza lavoro gratuita per una produzione intensiva e utilizza i corpi dei prigionieri per il lucroso traffico internazionale di organi.
In questi campi di tortura sono richiuse milioni di persone: delinquenti comuni, laici cattolici, vescovi, sacerdoti, monaci buddisti, e chiunque osa dissentire contro il PCC.
Il conferenziere mette in risalto il fatto che il silenzio ostinato del mondo di fronte a violazioni cosi gravi e diffuse è anch’esso senza precedenti e tutto per l’avidità dell’uomo. Ricorda che preti cattolici subiscono controlli e arresti. Alcuni sacerdoti sono stati rinchiusi nei Laogai solo per aver concesso l’estrema unzione a una vecchia in ospedale.
Ha menzionato Palden Gyatso, monaco tibetano che è stato rinchiuso per ben 33 anni nei Laogai e Liu Xiaobo,noto scrittore e critico letterario perseguitato e arrestato per aver criticato il governo.
Giovanni Da Valle non si è dimenticato della persecuzione religiosa nei confronti delle minoranze etniche dei Tibetani e degli Uighuri, delle persecuzioni in Birmania,Vietnam e Corea del Nord.
continua…
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