News sulle serie tv Mediaset

Creato il 10 febbraio 2014 da Nicoladki @NicolaRaiano
Che Charlie Sheen non avesse mai ben digerito il licenziamento dal set di “Due uomini e mezzo”, sit-com tra le più longeve e premiate del recente panorama americano in onda su Joi (la 10^ stagione inedita in arrivo a settembre), era cosa nota. Così come è sempre stato leggendario il suo modo di esprimersi senza peli sulla lingua e, ultimamente, senza peli sulla tastiera. Qualche giorno fa i suoi strali internettiani hanno colpito colui che l’ha sostituito proprio a “Due uomini e mezzo”, Ashton Kutcher. Sheen ha twittato una foto del collega in compagnia della co-star di sit-com Jon Cryer, con la seguente didascalia: “Ehi Jon!!! Sei un genio!!! Ti voglio un mondo di bene e mi manchi, amico caro! Chi è il tuo collega noioso?”. Al messaggio seguivano gli hashtag #NiceTryCanonBoy - apparentemente un riferimento errato a uno spot di Ashton per Nikon, e #CH, iniziali di Charlie Harper, il suo personaggio in “Due uomini e mezzo”. Un tweet che ha scatenato il popolo web che ha replicato a Sheen di piantarla. Al che, l’iroso Martin ha specificato così: “Ehi, calmatevi tutti. Leggete l’hashtag. E Jon, sono molto dispiaciuto di aver insultato il tuo amico, che in realtà trovo DAVVERO noioso”. Poi, rivolgendosi direttamente a Kutcher, ha scritto: “Ehi Ashton. Mi dispiace, fratello. Niente di male. Ora smettila di vomitare sul mio brillante, vecchio show. Ricordi ‘Punk’d’ [lo show condotto da Kutcher su MTV]? Come ci si sente?”. La risposta di Kutcher non si è fatta attendere, dagli schermi del “Jimmy Kimmel Live”, chiedendo “pubbliche scuse” per i tweet del collega e intimandogli, letteralmente, un “shut the f--k up!". Per poi aggiungere: “seriamente, basta! Son passati 3 anni (dal cambio di guardia) e mi insulti ancora su Twitter? Dai amico, davvero?”. Alla domanda provocatoria di Kimmel se sul set lo ringrazino per non essere Sheen, Kutcher ha risposto signorilmente: “cerco di proseguire dove Charlie ha lasciato, di andare nella direzione da lui tracciata”. Inevitabile la contro-repilica di Sheen, sempre via Twitter: “messaggio ricevuto, Ashton! Ma dicendomi ‘shut the f--k up!’ sembri me! Mi dispiace tanto! Spero tu stia bene. Ma più che chiuderla io, la bocca, sarò io che ti porterò in una clinica che ti metta a dieta per un anno…!”. Per la serie: Due uomini in mezzo alla lite perenne.
Gli ultimi 14 episodi inediti della 2^ stagione di “Arrow” vanno in onda su Premium Action dall’11 febbraio ogni martedì in prima serata in lingua originale con i sottotitoli, a ridosso della messa in onda americana.
Dal 19 al 21 febbraio Italia 1 propone in replica i primi 6 episodi di “Arrow” della 2^ stagione in prima serata e quelli di “Tomorrow People” (1^ stagione) in seconda serata.
PRESS CORNER· “Perry Mason al confronto era un avvocaticchio, un ‘parafangaro’. Per chiunque abbia solo respirato le location da aeroporto dei grandi studi legali – parquè in wengè, frigobar d’alta classe, scrivanie domotiche, praticanti usati come zerbini – la serie ‘Suits’ (la 2^ stagione su Joi ogni giovedì, la 3^ inedita dal 20 marzo) insuffla un senso di vertigine. Ti accorgi quanto la spietatezza trasudi da ordinanze, ingiunzioni, strategie processuali. E quanto la cura della parcella e del cliente milionario affoghino ogni barlume d’etica e di umanità. Nel contempo ‘Suits’ ti avviluppa nei dialoghi perfetti, nelle infinite sfaccettature dei personaggi, nelle gag e nei colpi di scena. E’ una serie molto bella e spietata. E ti ricorda perché non hai fatto l’avvocato. Certo, poi hai fatto il giornalista, e forse è peggio…”. (Francesco Specchia, “Libero”)
· “Il Dracula più nuovo e più bello ama la musica di Wagner, che ascolta da un palco al Covent Garden, e piace alle donne, che lo abbordano per strada non sapendo che andrà a finire malissimo. Ha l’aria pallida e febbrile, ovvio, e anche la stuzzicante perversità dell’assassino di ‘Match Point’: perché a impersonarlo nel nuovo serial ‘Dracula’ (su Mya dal 15 marzo) è Jonathan Rhys-Meyers. L’accuratezza ambientale è garantita dal team produttivo di ‘Downton Abbey’”. (Egle Santolini, “La Stampa”)
· “Ormai è estremamente difficile trovare un vampiro cattivo. Quello di ‘Dracula’, nuova serie che debutterà su Mya il 15 marzo, è addirittura una specie di grillino dai denti acuminati contro i poteri forti economici che dominano il mondo. Per riuscirci non si candida alle elezioni, ma uccide i componenti di quello che sembra a tutti gli effetti un Club Bildeberg (Monti attento a girare di notte)”. (Piero Degli Antoni, “Quotidiano Nazionale”)
· “In ‘Dracula’ (Mya dal 15 marzo), il vampiro più sfruttato dal cinema e dalla letteratura stavolta vive a Londra e sembra essere andato a scuola da Grillo, Latouche e da quelli di Occupy Wall Street”. (Massimo Arcidiacono, “La Gazzetta dello Sport”)
· “In ‘Dracula’ (Mya dal 15 marzo) è intrigante la rilettura del vampiro di Bram Stoker, interpretato da un glaciale e carismatico Jonathan Rhys Meyers: ci mostra un Dracula capovolto e che farà discutere. Un principe dai denti aguzzi antesignano tra il grillino e il no global, e che vuole eliminare il denaro come nemmeno Pol Pot”. (Ferruccio Gattuso, “Il Giornale”)
· “E’ vendicativo ma decisamente ancorato al presente il nuovo ‘Dracula’ in partenza su Mya dal 15 marzo, interpretato questa volta da Jonathan Rhys Meyers, che in quanto a personaggi borderline se ne intende…”. (Stefano Crippa, “Il manifesto”)
· ’Mom’ (su Joi dal 28 marzo) fornisce uno spunto di riflessione ironico sulle tematiche familiari di grande attualità”. (Antonella Luppoli, “Libero”)
· “Con ‘Mom’ (Joi dal 28 marzo) si ride parecchio con la famiglia disfunzionale al femminile composta da 3 generazioni di donne”. (Ferruccio Gattuso, “Il Giornale”)
· “Intrigante ‘Mom’ (Joi dal 28 marzo). Il contesto potenzialmente tragico viene ribaltato in una serie di dialoghi al vetriolo e situazioni politicamente scorrette. Certo non una serie per moralisti, ma a ben vedere alla base di questa storia di irriverenti ma simpatici ‘losers’ c’è un elogio della necessità di valori sani alla base della famiglia”. (Alessandro Beltrami, “Avvenire”)

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