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Newsruption

Creato il 27 ottobre 2015 da Pedroelrey

La ricerca annuale svolta per 6 edi­zioni da Human High­way, part­ner di DataMediaHub/Communication Factor[Y], quest’anno diventa un report com­pleto, un rias­sunto di vent’anni di sto­ria dell’informazione testuale.

Nel docu­mento si parla di infor­ma­zione inten­dendo prin­ci­pal­mente l’informazione di attua­lità in for­mato testuale. L’analisi prende spunto dalla crisi della dif­fu­sione dei quo­ti­diani car­ta­cei e si con­cen­tra sul cam­bia­mento che il digi­tale ha por­tato in que­sto settore.

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La crisi del quo­ti­diano car­ta­ceo è la sto­ria di un pro­dotto che è troppo vin­co­lato al pro­prio sup­porto fisico per soprav­vi­vere alla tem­pe­sta digi­tale. L’informazione sul sup­porto fisico è costosa da pro­durre, non è effi­ciente da distri­buire, non è più modi­fi­ca­bile e aggior­na­bile una volta pro­po­sta al let­tore e, infine, è con­di­vi­si­bile solo nel rag­gio di un uffi­cio, un bar o una casa.

Non è solo una que­stione di sup­porto, però, come se il moni­tor del tablet o dello smart­phone fos­sero l’evoluzione della carta. Aver svin­co­lato il pro­dotto d’informazione dalla sua fisi­cità ha gene­rato un nuovo sistema infor­ma­tivo, pro­po­sto nuove moda­lità pro­du­zione delle noti­zie, nuove abi­tu­dini di let­tura e nuovi modelli di distri­bu­zione del contenuto.

Il rap­porto pre­senta que­sta dina­mica in sei capi­toli e si chiude con un “bonus track” per una rifles­sione sulle rica­dute cul­tu­rali e sociali della trasformazione:

  • La pro­gres­siva per­dita di cen­tra­lità del quo­ti­diano car­ta­ceo nel rito dell’informazione quotidiana
  • L’emergere dell’informazione online e suc­ces­si­va­mente dell’informazione in mobilità
  • La rimo­du­la­zione della capa­cità infor­ma­tiva dei mezzi di comu­ni­ca­zione a seguito dell’emergere dell’online
    la pro­du­zione d’informazione sul Web
  • La con­di­vi­sione spon­ta­nea dell’informazione sui social net­work da parte dei let­tori e le dina­mi­che di distri­bu­zione dei con­te­nuti che que­sta ha generato
  • La let­tura dei risul­tati e le con­clu­sioni di Pier Luca San­toro [aka il sottoscritto]
  • Una rifles­sione di Paolo Bot­taz­zini sulle con­se­guenze sociali e cul­tu­rali cau­sate dalla tra­sfor­ma­zione digi­tale del sistema dell’informazione

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Guar­dando i dati emer­genti dal rap­porto si pos­sono for­mu­lare cin­que tesi sulla tra­sfor­ma­zione che sta inve­stendo vio­len­te­mente la stampa quo­ti­diana di ori­gine cartacea:

  1. La crisi della dif­fu­sione della stampa quo­ti­diana ini­zia dal 2000, con la dif­fu­sione di massa di Inter­net e si aggrava a par­tire dal 2008, con l’avvento del mobile Internet.
  2. I ricavi nomi­nali per copia ven­duta deri­vanti dalla ven­dita delle copie car­ta­cee sono in costante, leg­gero aumento dal 2001 e sono solo leg­ger­mente calati se ripor­tati al tasso d’inflazione.
  3. I ricavi pub­bli­ci­tari per copia ven­duta non calano in modo pro­por­zio­nale alla dif­fu­sione. Anzi, nei primi anni di calo della dif­fu­sione i ricavi pub­bli­ci­tari con­ti­nuano a salire.
  4. Il numero di copie ven­dute per dipen­dente è in con­ti­nua cre­scita da 25 anni: il sistema edi­to­riale gua­da­gna effi­cienza ma il calo dei ricavi pro­cede a un ritmo supe­riore al calo del costo del lavoro.
  5. La ven­dita della replica digi­tale su abbo­na­mento non è riu­scita a com­pen­sare il calo della dif­fu­sione car­ta­cea. Il tar­get inte­res­sato ad acqui­stare le digi­tal edi­tion è più ridotto di quanto si pensasse.

L’insostenibilità del modello attuale, dovuta anche per i costi delle reda­zioni costruite in decenni di mar­gi­na­lità molto supe­riori a quelle attuali, è il cuore del rapporto.

La prima rea­zione di un’azienda al declino dei pro­pri ricavi è la ricerca di alter­na­tive che sap­piano gene­rare un flusso inte­gra­tivo suf­fi­ciente a com­pen­sare il calo del reve­nue stream tra­di­zio­nale. Que­sta è stata anche la prima rea­zione degli edi­tori dei quo­ti­diani al pro­gres­sivo calo dei ricavi deri­vanti dalla dif­fu­sione e dalla pub­bli­cità sulla ver­sione car­ta­cea: dal 2008 in poi e si è visto un po’ di tutto nel ten­ta­tivo di far qua­drare i conti e ciò ha anche distolto l’attenzione dalla domanda fon­da­men­tale, rela­tiva al tipo di pro­dotto edi­to­riale che è neces­sa­rio svi­lup­pare nel nuovo mondo digi­tale per ser­vire un let­tore che ha radi­cal­mente cam­biato il pro­prio modo di acce­dere all’informazione di attua­lità. Quando la pro­fon­dità della tra­sfor­ma­zione del pro­dotto “quo­ti­diano” è apparsa evi­dente, l’approccio si è spo­stato dalla ricerca di ricavi aggiun­tivi alla neces­sità di ride­fi­nire il lavoro di pro­du­zione edi­to­riale con costi signi­fi­ca­ti­va­mente più bassi rispetto al passato.

Come mostra l’analisi dell’ultima edi­zione di New­srup­tion, tra il 2007 e il 2010 si è assi­stito alla nascita di un signi­fi­ca­tivo numero di edi­tori puri digi­tali, alcuni dei quali si sono rive­lati dei casi di suc­cesso negli anni suc­ces­sivi e oggi sono a pieno titolo com­presi nell’insieme delle venti mag­giori testate d’informazione online. L’emergere di que­sti sog­getti ha mostrato come sia pos­si­bile costruire un pro­dotto d’informazione digi­tale carat­te­riz­zato da costi di strut­tura e ser­vizi molto più con­te­nuti di quelli delle testate di ori­gine tra­di­zio­nale. Men­tre gli edi­tori tra­di­zio­nali hanno rea­gito alla crisi ponen­dosi il pro­blema di come sup­plire al calo dei ricavi con diverse solu­zioni, non sem­pre legate alla mis­sion edi­to­riale, i nuovi edi­tori digi­tali hanno con­fi­gu­rato un sistema di pro­du­zione più snello, più effi­ciente e senza il peso dell’eredità dell’epoca car­ta­cea, in par­ti­co­lare il peso del costo del personale.

Con­si­de­rando le voci di pro­du­zione, di distri­bu­zione e di reda­zione, si trova che il costo neces­sa­rio per ser­vire il biso­gno infor­ma­tivo di un let­tore car­ta­ceo [costo di let­tura di un quo­ti­diano car­ta­ceo] è otto volte supe­riore al costo che un edi­tore online deve pre­ve­dere per offrire la visita al pro­prio sito Web d’informazione da un let­tore digi­tale. Se si limita il ragio­na­mento al solo mezzo digi­tale si nota che gli edi­tori tra­di­zio­nali che offrono infor­ma­zione sul Web ope­rano a un costo per visita più che dop­pio rispetto ai nuovi edi­tori pura­mente digitali.

Un’ulteriore con­ferma della forte asim­me­tria sui costi di pro­du­zione e distri­bu­zione si ottiene osser­vando il rap­porto tra costi di strut­tura e numero di arti­coli pro­dotti: un arti­colo di Repubblica.it [1] costa 800 euro men­tre lo stesso costo di un arti­colo per un edi­tore digi­tale è tra 4 e 8 volte infe­riore. Enne­sima evi­denza di quanto pro­po­ne­vamo ieri come chiave di let­tura del per­corso da com­piere e di quanto sia inte­res­sante e pos­si­bile, o pro­ba­bil­mente addi­rit­tura neces­sa­rio, spac­chet­tare la pro­pria pro­po­sta digitale.

Costo Lettura

[1] L’unica testata per la quale è dispo­ni­bile in bilan­cio il dato del costo della strut­tura digitale.


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