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Next generation.

Creato il 25 settembre 2010 da Manuel
Next generation.
“Congratulations guy, and good luck for your future!” sembrano dirsi nonno Lance e Vincenzo.
CONSIDERAZIONI DEL DOPO VUELTA, CON PROTAGONISTA LO SQUALO DELLO STRETTO, DIVENTATO IN QUATTRO MESI NUOVO RIFERIMENTO DEL CICLISMO NOSTRANO.
CON LA PAURA SEMPRE DIETRO L’ANGOLO, MA NON PER CATTIVERIA.
Mercoledì 24 maggio 2006, la Gazzetta dello Sport titola; “Basso, è nato un fenomeno”. Pier Bergonzi scrive in prima pagina un commento dal titolo “Progressione da paura”, per poi iniziare il sue editoriale; “C’è sempre un momento che segna il corso d’una carriera. Il Big Bang di Ivan Basso si chiama Monte Bondone, la salita che 50 anni fa rivelò Charly Gaul”.
Sulla prima pagina della Gazzetta Sportiva del 19 settembre 2010; “Trionfo Nibali – È la Vuelta buona!” Stavolta è Franco Arturi a scrivere in prima pagina un commento; “Benvenuto campione” è l’attacco dell’articolo. Articolo che inizia ben diversamente rispetto a quello che collega 4 anni prima; “Dio sa quante volte abbiamo sognato che il ciclismo italiano risalisse a nuova vita dai buchi neri che hanno inghiottito tanti protagonisti. Siamo reduci da una lunga lista di delusioni brucianti”.
La vittoria di Vincenzo Nibali ha un sapore particolare, in quella che è stata la sua affermazione spagnola. Da due anni era il talento da tanti annunciato, e che ci si attendeva ancora migliorato rispetto alla stagione precedente. Che le basi fossero diverse da altri atleti, questo lo si evinceva già un paio d’anni addietro. Nessuna fretta di correre questa o quella corsa per vincere, e fare sua la politica del passo alla volta. Da questo lato un ciclista molto somigliante a Basso, che corse tre Tour con l’obiettivo di crescere prima di provare a vincerlo. Poi arrivò la cretineria assortita delle sacche di sangue, e buonanotte al secchio.
Nibali ha sfruttato al meglio anche le situazioni che si sono incrociate alla Vuelta. Un Contador partecipante avrebbe probabilmente vinto la corsa spagnola. Il Nibali di oggi non è ancora all’altezza del Numero Uno al mondo. Probabilmente è anche mezzo scalino sotto ad Andy Schleck, che se non avesse trovato Contador almeno un Tour lo avrebbe portato a casa. Ma la cosa buona del siciliano è che Contador è ormai al massimo del suo rendimento, Schleck vi è vicino e Vincenzo sta iniziando adesso a sparare le cartucce buone. Altra cosa positiva, è che alla prima occasione in cui la Liquigas gli ha dato una “sua“ squadra – Liquigas che ha molti meriti, vista la pazienza nel far crescere il ragazzo poco alla volta – Nibali ha centrato il colpo grosso. E qui torna il discorso sulla testa con cui questo ragazzo si applica.
Alcune stagioni addietro, Visconti, Nibali e Riccò godevano alla pari dell’attenzione dei critici ed addetti ai lavori. Di Riccò sappiamo che ha un talento secondo a nessuno, ficcato dentro a una testa che regala sorprese anche troppo volentieri. Con Nibali non è mai stato in buoni rapporti, ora anche meno visto che mentre Riccardo ha riempito i giornali di proclami, l’altro ha vinto la Vuelta e da ora godrà di maggiori coccole dagli addetti ai lavori. Dopo il secondo posto al Giro 2008 dietro a Contador, Riccò doveva usare la testa invece dell’orgoglio. Altro che CERA perchè non riusciva resistere al fascino di correre il Tour! Ora per Riccò altre rogne indirette, con l’arresto del fratello di Vania Rossi, Enrico, per doping dentro l’inchiesta che “Red Cobra” che ha coinvolto una trentina di persone.
Visconti invece ha potuto correre insieme a ciclisti come Boonen e come Bettini alla Quik Step, riuscendo forse a capire proprio da loro che quando hai del talento nessuno te lo porta via, e solo tu puoi buttarlo nel cesso. Visconti per ora ha vinto due titoli italiani in linea, e nel 2009 è stato il miglior ciclista europeo, nelle corse UCI Europa.
Nibali ha potuto approfittare in questi due anni della vicinanza di Basso, che con parole semplici e chiare ha detto che Vincenzo rappresenta il futuro del ciclismo italiano, mentre il due volte vincitore del Giro non ha nascosto che i suoi anni migliori ormai stanno andando via. Con la speranza che Nibali non faccia le cretinerie già sopra citate che il suo capitano (da ora co-capitano probabilmente) fece al Tour del 2006, stringiamo idealmente la mano a questo siciliano “con la faccia da emigrante del secolo scorso” come hanno scritto di lui in questi giorni. L’erede di Basso è arrivato, speriamo sia solo l’inizio.

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