La pressione arteriosa è la forza che il sangue esercita sulle pareti delle arterie (non delle vene). Cioè il sistema di vasi sanguigni che va dal cuore verso la periferia, mentre dalla periferia al cuore parliamo del sistema venoso.
La pressione del sangue permette di ossigenare i tessuti periferici dal cervello alle mani o agli organi interni. Poiché la quantità del sangue è costante, per variare la pressione sanguigna bisogna agire sul motore che spinge (il cuore) e/o sul calibro dei tubi (arterie), ogni condizione che interferisca con il motore e/o con i tubi ha un effetto sulla pressione arteriosa.
Se, improvvisamente, le arterie si dilatano, cala la pressione e il cuore comincia a battere più velocemente per recuperarla; se non ci riesce ci si sente un po’ stanchi e può girare la testa fino a svenire, perché il flusso vascolare e cerebrale diminuisce troppo, e va al di sotto una certa soglia.
Questo è lo scenario che si ripete ogni volta che fa molto caldo e magari non ci si idrata abbastanza specie se si parte già da uno stato ipotensivo, cioè si ha normalmente la pressione bassa.
Quello appena descritto è anche un esempio di adattamento automatico, un esempio di risposta autonomica alla variazione della pressione: ricordate che il Sistema Nervoso Autonomo adatta continuamente la pressione, per mantenere l’apporto di ossigeno necessario ai tessuti periferici.
Il Sistema Nervoso Autonomo gestisce anche la pressione in modo molto specifico per mandare più sangue in alcune aree rispetto ad altre. Ad esempio: dopo pranzo i visceri hanno bisogno di più sangue per gestire la digestione oppure ancora più specificamente se si contrae il bicipite dx, il Sistema Nervoso Autonomo gestisce il flusso di sangue variando, in modo preciso, la pressione arteriosa per fornire di ossigeno il bicipite dx, l’area del cervello che controlla e i muscoli della colonna per stabilizzarla.
Inutile sottolineare che questo è un sistema meraviglioso tanto di cappello a chi lo ha realizzato.
Continua…